L’intera legislatura è ruotata attorno al tema della sicurezza, dal contrasto all’immigrazione clandestina, alla legittima difesa, all’emergenza del terrorismo internazionale. L’attenzione spasmodica alla Libia e alle rotte dei migranti ha segnato soprattutto l’ultimo anno. Non meraviglia dunque che i programmi dei partiti dedichino largo spazio a come intendono garantire la sicurezza dei cittadini nei prossimi anni. Il centrosinistra difende i suoi cinque anni di governo e Renzi rilancia il binomio Sicurezza&Cultura. Il M5S promette una valanga di assunzioni nelle forze di polizia e prefetture. Il centrodestra vuole estendere al massimo l’uso dei soldati a supporto della polizia e garantisce blocco degli sbarchi, rimpatrio di tutti i clandestini, respingimenti assistiti, trattati con i Paesi di origine dei migranti. Il centrodestra intende rimettere mano ad alcune leggi che in Parlamento ha frenato come ha potuto, dal reato di tortura alla legittima difesa

CENTROSINISTRA

Attenzione a cultura e periferie. Il volto rassicurante è Minniti

Riqualificazione delle periferie e controllo dell’immigrazione. Quello che il Pd proporrà di fare su questi temi si iscrive nella scia di quanto fatto in questo ultimo anno dal ministro dell’Interno Marco Minniti, diventato uno dei volti di maggior consenso tra i dem, tanto da essere invitato dal segretario Renzi a mostrarsi più spesso in tv. Approvato la primavera scorsa il Daspo urbano contro i vandali che danneggiano le città, una stretta sugli spacciatori e poteri di ordinanza rafforzati ai sindaci, il tentativo dei dem sarà quello di trovare un equilibrio tra interventi

repressivi e strumenti educativi, che puntino a «rammendare» - per usare un verbo usato da Renzo Piano spesso ricordato dal leader Pd - territori lacerati di periferia. «Un euro in sicurezza e uno in cultura», è lo slogan che Renzi ripete per sintetizzare il suo punto di vista sulla questione. Così come punterà a portare avanti il percorso intrapreso da Minniti nella gestione delle migrazioni, dagli accordi con la Libia ai rapporti con l’Europa per cercare di ottenere una maggiore collaborazione. I dati del Viminale parlano a oggi di un -17,04 per cento di sbarchi rispetto al 2017: è con questi numeri che il Pd proverà a convincere di essere il più titolato a parlare di gestione dei flussi e sicurezza.  [Francesca Schianchi]

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CENTRODESTRA

Via la protezione umanitaria. E la difesa è sempre legittima

La sicurezza è il punto forte del centrodestra convinto di essere la coalizione più credibile su questo terreno. A spingere di più per il giro di vite sono Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Non a caso il leader leghista vorrebbe guidare il ministro dell’Interno, se non dovesse diventare premier. Prima della chiusura della legislatura entrambi hanno fatto votare una norma che prevede l’abolizione degli sconti di pena per reati di particolare violenza ed efferatezza. Contro invece Forza Italia per la sua cultura garantista. Poi però i tre partiti hanno sottoscritto un programma di massima in cui il capitolo sicurezza raccoglie le istanze di tutti. L’idea di fondo è che questo problema sia strettamente legato alla presenza dei migranti. Ecco allora la chiusura dei confini e i respingimenti di massa, ma non viene citato il blocco navale davanti alla Libia. La Lega ha ottenuto di inserire nel programma l’abolizione della concessione della “protezione umanitaria”, mantenendo soltanto gli status di rifugiato. Per il centrodestra la difesa è sempre legittima. Quindi qualunque reazione violenta contro chi entra nella nostra abitazione o proprietà è giustificata, indipendentemente dall’effettivo pericolo. Berlusconi vuole il rafforzamento della presenza dei carabinieri di quartiere come deterrente. Meloni ha chiesto l’estensione di “strade sicure” con impiego delle forze armate per la sicurezza delle città. [Amedeo La Mattina]

LIBERI E UGUALI

Superare il Daspo urbano e stop all’intesa con la Libia

Il capitolo “sicurezza”, in quanto tale, non compare tra i 15 titoli del programma di Liberi e uguali. I temi della sicurezza si ritrovano in vari altri capitoli: di immigrazione, ad esempio, si parla alla voce “diritti”. Per Leu occorre «rigettare gli accordi con Paesi in cui non siano garantiti i diritti umani», via dunque l’accordo con la Libia firmato da Marco Minniti. Via anche la legge Bossi-Fini e sì all’introduzione di un «permesso di ricerca lavoro», oltre a «meccanismi di ingresso regolari», sistema di asilo europeo, canali umanitari e missioni di salvataggio. Per Leu serve un «sistema di accoglienza rigoroso, diffuso e integrato, sulla base del modello Sprar, adeguatamente dimensionato, superando la gestione straordinaria». Secondo Leu vanno superate le politiche di sicurezza urbana volute dai governi Renzi e Gentiloni, a partire dal Daspo urbano di Minniti. «Ci sono state applicazioni aberranti delle ordinanze dei sindaci contro i senza fissa dimora», spiega la senatrice Cecilia Guerra. Sul fronte anti-corruzione Leu propone l’introduzione di agenti sotto copertura come nelle indagini di mafia e una soglia più bassa per il contante. Stop alla prescrizione dopo la condanna in primo grado, «no a mitigazioni del regime del carcere duro per i mafiosi».

[Andrea Carugati]

MOVIMENTO 5 STELLE

Gli obiettivi: due nuove carceri e 10 mila assunzioni in polizia

Il tema della sicurezza nel programma del M5S, si mescola al tema dei migranti e a quello della giustizia, sulla certezza della pena. Non c’è molta differenza, dunque, rispetto ai programmi dei diretti avversari. È il tono a essere diverso, la declinazione imposta da Luigi Di Maio sin da quando, lo scorso agosto, si schierò con le forze dell’ordine che avevano sgomberato con durezza uno stabile abitato da profughi nel pieno centro di Roma. «Sicurezza e legalità» e «stop al business dell’immigrazione» sono due dei venti punti del programma di Di Maio e sono elencati, non a caso, uno di seguito all’altro. Nel dettaglio il candidato del M5S prevede 10 mila nuove assunzioni nelle forze dell’ordine (una ghiotta occasione per un elettorato giovane, soprattutto al Sud) e due nuove carceri «per dare ai cittadini più sicurezza e legalità». Al punto successivo sono previste altre 10 mila assunzioni nelle commissioni territoriali per valutare in un mese se un migrante abbia diritto a stare in Italia o no. Non c’è scritto, ma lo ha poi specificato ieri in diretta tv, che i rinforzi dell’organico della polizia e degli altri corpi serviranno a pattugliare i quartieri anche «per evitare che una persona debba difendersi da sola». Una dichiarazione che è una presa di distanza dalla legge sulla legittima difesa propagandata dall’eventuale alleato di governo leghista. [Ilario Lombardo]

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