L’ex presidente dello IOR Angelo Caloia, 78 anni, e il legale di sua fiducia, Gabriele Liuzzo, 94 anni, sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale dello Stato della Città del Vaticano per i reati di peculato ed autoriciclaggio.

Lo rende noto - senza esplicitare i nomi - un comunicato pubblicato sul sito dell’Istituto per le Opere di Religione in cui si legge: «Con decreto di citazione a giudizio depositato in cancelleria il 24 febbraio 2018 e notificato agli imputati in pari data, il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, su richiesta dell’ufficio del Promotore di Giustizia, ha rinviato a giudizio un ex presidente dello IOR nonchè un legale di sua fiducia per i reati di peculato ed autoriciclaggio».

Secondo l’accusa, «tali condotte illecite – contestate anche al direttore generale dell’epoca nel frattempo deceduto – sarebbero state poste in essere tra il 2001 ed il 2008», nell’ambito della «dismissione di una parte considerevole del patrimonio immobiliare dell’Istituto per le Opere di Religione con un danno patrimoniale superiore ai 50 milioni di euro».

La decisione del rinvio a giudizio è stata adottata a conclusioni delle indagini «avviate nel 2014» a seguito di «una denuncia presentata dallo stesso IOR», come riferisce il comunicato. Che sottolinea: «È un importante passo che conferma, ancora una volta, l’impegno profuso negli ultimi quattro anni dal management dello IOR, per attuare una governance forte e trasparente nel rispetto dei più rigorosi standard internazionali e la volontà dell’Istituto di continuare a perseguire, attraverso il ricorso alla giurisdizione civile e penale, qualunque illecito ovunque e da chiunque commesso ai suoi danni».

Per tali ragioni «l’Istituto ha deciso di costituirsi parte civile» nel processo che inizierà il prossimo 15 marzo.

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