È possibile leggere l’Amoris laetitia senza pregiudizi? Senza puntare immediatamente a quel capitolo VIII che ha suscitato le critiche dei più conservatori (o comunque degli oppositori irriducibili del Pontefice)? Certamente, perché l’esortazione apostolica post-sinodale di Papa Francesco è molto di più: ha ricollocato nell’orizzonte più ampio i molti problemi urgenti di oggi sul matrimonio e sulla famiglia e la grande maggioranza del popolo di Dio ha accolto con entusiasmo questo scritto come «un liberante bel messaggio sulla gioia dell’amore». È questa la sfida dell’Amoris laetitia nel contesto di oggi. Semplicemente perché «vuole indicare in che cosa e come la chiesa può contribuire positivamente alla riuscita dell’amore nella famiglia e nel matrimonio (AL 307)» e far sì che le persone trovino in quel contesto la loro felicità.

Eppure, per alcuni, il testo è diventato oggetto di duro contrasto. Anzi sembrerebbe addirittura che nessun’altra esortazione apostolica sia stata tanto attesa e, dopo la sua pubblicazione, abbia suscitato una discussione così vivace (su tutto l’opinione pubblica ricorda i “Dubia” dei quattro cardinali, ma c’è stato molto altro). Un motivo in più per ripercorrere le parole di Papa Bergoglio alla ricerca degli elementi essenziali nel contesto di una discussione fraterna e dimostrare che, in fine dei conti, una lettura oggettiva non può che riconoscere che l’Amoris laetitia non sia altro che «un rinnovamento creativo della tradizione» corrispondendo pienamente alla rinnovata visione del Concilio Vaticano II sul matrimonio e la famiglia e ai due precedenti pontificati.

È questo l’intento che ha indotto il teologo e cardinale tedesco Walter Kasper a scrivere - «con amichevole affetto per tutti coloro che sono di opinione diversa» - un breve saggio tradotto ora in italiano dall’editrice Queriniana (la stessa che aveva pubblicato la sua relazione introduttiva al Concistoro del 20-21 febbraio 2014), dal titolo “Il messaggio di Amoris laetitia. Una discussione fraterna”.

«Di fronte alla situazione drammatica di oggi – si legge nel testo - appare quanto mai grottesco che nella chiesa la discussione sull’Amoris laetitia si aggrappi coi denti all’ottavo capitolo, anzi a un’unica nota dell’ottavo capitolo e, anche qui solo a un’unica frase (AL 305, nota 351)». Perché la questione dell’ammissione all’eucaristia da parte delle persone cosiddette irregolari «è indubbiamente un problema pastorale, ma non è il problema, e neppure è il tema dell’Amoris laetitia». Non permettiamo allora che un’ostinata discussione riduttiva di un testo ricchissimo, impedisca di cogliere la provocazione in essa contenuta che è quella di una nuova gioia (laetitia) nella chiesa.

A questo riguardo, a suo dire, neppure il testo di Rocco Buttiglione, «uno dei migliori conoscitori della filosofia e teologia di papa Giovanni Paolo II», che ha fornito «una concreta risposta ai Dubia», ha soddisfatto l’accesa discussione di alcuni. Ma un punto è fermo, dice il cardinale tedesco, «in questa discussione non c’è posto per l’accusa di eresia», prerogativa esclusiva del magistero, non di altri.

Una lettura senza pregiudizi sarà allora in grado di far emergere gli elementi essenziali, non senza qualche novità, più metodologica che dottrinale. Per cominciare troppo spesso si dimentica il processo che ha condotto alla stesura dell’esortazione, frutto non di uno, bensì di due Sinodi dei vescovi, preceduti da un’intensa preparazione e, per la prima volta nella storia della Chiesa, da una consultazione dei fedeli («un sondaggio in piena regola»). «I padri e le madri di famiglia sono i primi esperti, sono loro ad avere l’“experientia”, l’esperienza, ed essi in primo luogo devono essere ascoltati». I risultati non sono stati vincolanti, ma istruttivi sì e hanno chiarito che matrimonio e famiglia non sono affatto un modello di fine serie, ma ancora oggi un progetto di vita e che il messaggio della chiesa su matrimonio e famiglia rispondono ad un profondo desiderio umano.

Occorre pure ricordare che all’inizio dei Sinodi il papa aveva chiesto una discussione aperta, aveva auspicato parresìa, franchezza - e questo ha condotto ad un dibattito inedito nelle occasioni precedenti – accompagnata da umiltà e disponibilità ad ascoltare. Il dibattito franco ha fatto sì che molte sezioni dell’Esortazione apostolica siano addirittura un mosaico delle affermazioni fatte nel Sinodo. «Pertanto chi oggi avanza critiche, non critica solo il Papa, ma si pone anche contro il pensiero della maggioranza di tutto l’episcopato».

E che dire del concetto, ribadito a più riprese, del «matrimonio e famiglia come cammino» e della «pastorale del matrimonio come accompagnamento»? Una metafora che non rappresenta solo un artificio teorico, in quanto esprime qualcosa di molto più fondamentale: prendere le distanze da una morale fredda e un ideale astratto di matrimonio e famiglia per cogliere invece la realtà concreta della vita delle persone, qui ora. E in questo cammino la Parola di Dio non è una concreta indicazione di cammino, quasi una guida turistica, bensì una luce che rischiara.

Un cammino non si percorre mai di corsa perché la meta si raggiunge solo con la costanza dei piccoli passi, anche se non sempre regolari. Da qui l’importanza di un accompagnamento pastorale, all’insegna della pedagogia divina, che è misericordiosa. E una pastorale misericordiosa «non significa una pastorale a prezzi ribassati, né una svendita della dottrina e della morale della Chiesa».

Un servizio pastorale quanto mai urgente in ogni momento della vita delle coppie anche perché talvolta assistiamo pure a occasioni di accompagnamento sprecate (AL 230), come al battesimo del primo figlio o alla prima comunione, ma anche quando i figli si rendono indipendenti o alla morte di un coniuge.

Altro elemento fondamentale è il superamento definitivo di ogni manicheismo, ogni demonizzazione o sospetto verso la sessualità e l’éros, ben consapevoli, però, della vulnerabilità e della sua fragilità. E qui una considerazione del teologo mostra tanta concretezza e personale esperienza pastorale (come arcivescovo di Stoccarda per 10 anni): ogni pastore d’anime conosce la difficoltà di far passare la ricchezza del sacramento del matrimonio a coppie giovani che scelgono di sposarsi in chiesa, ma ci si può consolare, commenta Kasper, «pensando che anche la Chiesa ha avuto bisogno di molto tempo per arrivare a riconoscere nel XII secolo la sacramentalità del matrimonio».

È piuttosto sul tema della fedeltà che «il Papa riesce a mettere in luce nuova la dottrina della chiesa»: nella promessa di fedeltà degli sposi Dio promette loro la sua fedeltà che sorregge la fragile fedeltà umana, la abbraccia, la rafforza e la porta a compimento. Ma è soprattutto nel non detto, nel non voler entrare nella casistica e nel rigorismo privilegiando invece il discernimento e la scelta in coscienza che il cardinale punta l’attenzione per cogliere una modalità nuova di affrontare le questioni relative alle coppie, come nel caso della comune responsabilità di mettere al mondo dei figli.

O in occasione del fallimento e di una nuova relazione dove l’Amoris laetitia non dà risposte dirette, perché non esiste «un toccasana generale» e papa Francesco «preferisce collegarsi alla tradizione del discernimento degli spiriti o della discrezione spirituale, una tradizione antica che è fondata nella Bibbia e percorre tutti i secoli». Non si può mai scadere, aggiunge Kasper, in «una visione semplicemente bianco e nero» (sottinteso il canone 915 del CIC).

Il Papa, spiega il cardinale teologo, non sviluppa tutte le regole canoniche da applicare in ogni situazione concreta, ma non lo fa per debolezza («non è la via di un laissez faire»), bensì nella consapevolezza che dai principi generali non si possono trarre regole universalmente valide. Il fatto che lo scritto non si concluda col capitolo VIII, ma con uno specifico sulla spiritualità fa capire ancora una volta quale sia l’interesse essenziale. Quel magis ,«sempre di più», di matrice ignaziana che il gesuita Bergoglio, a detta di Kasper, utilizza per descrivere l’alta via della libertà cristiana e della coscienza. Purtroppo da troppo tempo dimenticata. Ma da riprendere e valorizzare.

“Il messaggio di Amoris laetitia. Una discussione fraterna“, di Walter Kasper - Edizioni Queriniana 2018, pp. 80, € 10,00.

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