«Manteniamo la calma e andiamo avanti». Che di fatto e un’ammissione di panico. A Bruxelles il giorno dopo le elezioni in Italia hanno visto materializzarsi esattamente «lo scenario peggiore» che era stato ventilato da Jean-Claude Juncker un paio di settimane fa. Il portavoce della Commissione prova a sviare la questione, invita a mantenere la calma quando si ipotizzano possibili reazioni dei mercati (che erano state ipotizzate dallo stesso Juncker) e ripete che bisogna «attendere i risultati definitivi». Ma il quadro ormai è chiaro a tutti e quindi non resta che affidarsi al Quirinale: «Abbiamo fiducia nel presidente Mattarella – dice la Commissione Ue – che sarà in grado di agevolare la formazione di un governo stabile».

Frasi di rito, così come è di rito il riferimento all’attuale esecutivo: «L’Italia ha un governo, guidato da Paolo Gentiloni, con il quale collaboriamo strettamente». Il non detto è che a Bruxelles vorrebbero augurare lunga vita a Gentiloni, ma ovviamente sanno benissimo che la sua azione sarà limitata all’ordinaria amministrazione nelle settimane che accompagneranno i negoziati per formare una maggioranza. Per questo il vicepresidente della commissione Jyrki Katainen, parlando con un gruppo di giornalisti ha espresso il suo auspicio di vedere «un governo il prima possibile, ma i risultati sono abbastanza complicati».

Nessuna replica a Matteo Salvini, che aveva ironicamente ringraziato Juncker per il suo intervento a gamba tesa nella campagna elettorale italiana il 22 febbraio scorso: «Ogni volta che apre bocca – ha detto il leader della Lega – noi guadagniamo voti». E in effetti in Europa le esultanze più rumorose arrivano da Marine Le Pen (Front National), Nigel Farage (Ukip) e dal leader della destra olandese, Geert Wilders. Sul voto italiano e tornato anche Steve Bannon: l’ex consigliere di Trump, attualmente in Europa per una tournée pro-populisti, esulta in una intervista al media svizzero “Weltwoche”: «Il populismo e tra il 60 e il 70% in Italia. E un segnale forte all’establishment politico di Roma e di Bruxelles, un segnale che la gente vuole cambiare». Ed è tornato a esprimere il suo auspicio per una coalizione tra Lega e Cinque Stelle.

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