«Mafia Capitale» secondo atto. E’ iniziato questa mattina il processo di appello al «Mondo di Mezzo» che vede alla sbarra 43 imputati tra cui l’ex Nar, Massimo Carminati e l’ex ras delle cooperative romane, Salvatore Buzzi. Proprio il legale di Carminati, l’avvocato Bruno Naso, si è reso protagonista subito dopo l’appello del giudice di un attacco a magistrati e giornalisti. Bersaglio principale: il giornalista dell’Espresso, Lirio Abbate.

«Ripeto ciò che ho già detto in primo grado: questo è un processetto mediaticamente costruito in una certa maniera per condizionarvi, anche con le inchieste del giornalista Lirio Abbate, che io ho ribattezzato Delirio Abbate», ha affermato in aula Naso aggiungendo: «Non si parla di processi in corso all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Si processano le persone per quel che fanno. Non per quel che si pensa abbiano fatto. Non è un processo speciale. Vogliamo fare presto il processo, ma farlo in maniera normale. Se fosse un processo speciale ci vorrebbe un tribunale speciale. E di tribunali speciali ne abbiamo piene le tasche», ha concluso Naso.

I pg Pietro Catalani e Antonio Sensale, insieme al pm Luca Tescaroli chiedono l’inasprimento delle pene in linea con l’accusa sostenuta (e solo in parte accolta) con la sentenza della scorsa estate. In particolare ritorna centrale il riconoscimento della associazione di stampo mafioso caduta nel corso del processo di primo grado. Gli imputati, infatti, sono stati condannati con ipotesi di associazione a delinquere semplice, finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta. Di questa, è stato riconosciuto capo Salvatore Buzzi, che solo su determinati capitoli illeciti ha incrociato i suoi interessi con quelli di Massimo Carminati, a sua volta dedito a reati quali estorsione e usura. Secondo il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone; gli aggiunti Paolo Ielo e Giuseppe Cascini; e il pm Tescaroli, invece, i due boss sarebbero uno funzionale agli interessi dell’altro e pienamente alleati nell’assalto agli appalti pubblici di Roma Capitale (campi nomadi, verde pubblico, emergenza abitativa) con numerosi politici a libro paga. Il calendario sarà fitto di udienze e non è esclusa una sentenza di secondo grado già a fine giugno.

Carminati e Buzzi, inoltre, dovranno seguire in video conferenza il processo che li vede come imputati. I giudici, infatti, hanno respinto la richiesta arrivata da Naso, legale dell’ex Nar, detenuto a Milano, e di Alessandro Diddi, legale dell’imprenditore delle cooperative, in carcere a Tolmezzo (Udine), di trasferire i due imputati a Roma per poter presenziare alle udienze.

Odevaine patteggia la pena

«E’ stato depositato ieri un concordato tra Luca Odevaine e la procura generale per una condanna a 3 anni e 8 mesi, che porta la pena complessiva per l’ex componente del tavolo sull’immigrazione a 5 anni e 2 mesi». A dirlo l’avvocato Luca Petrucci, legale di Luca Odevaine già condannato in primo grado nell’ambito dell’inchiesta «Mondo di Mezzo» con l’accusa di corruzione. La ratifica del concordato spetterà ora ai giudici della Corte d’Appello.

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