Fu fermato a settembre scorso a Borgo Santo Spirito, a pochi passi da piazza San Pietro, con in macchina diversi grammi di cocaina e cinque chiavette usb con foto e video di natura pedopornografica. Per queste accuse, Ostilio Del Balzo, 48 anni, ex usciere del Pontificio Consiglio per la Cultura, è stato condannato a 3 anni di carcere in abbreviato dal tribunale di Roma. Il pm Maria Gabriella Fazi aveva sollecitato nei confronti dell’indagato una pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione.

Il primo settembre dello scorso anno, Del Balzo, fu fermato per un semplice controllo dai carabinieri della stazione di San Pietro. Lì la scoperta dei militari: nella macchina dell’allora usciere Vaticano c’era «una pochette viola con strisce bianche nel cui interno rinvenivano una busta con trenta involucri termosaldati di cocaina per un peso complessivo di quindici grammi e cinque mini pen-drive aventi tutte lo stesso contenuto», ovvero filmati di pornografia minorile. Il fatto apparve subito singolare, perché Del Balzo non aveva mai avuto problemi con la giustizia e anche dall’analisi del computer e del cellulare non erano emersi video pedopornografici. Questo aveva spinto il gip Daniela Caramico D’Auria a scrivere nell’ordinanza: «Il materiale è chiaramente detenuto a fini di cessione a terzi». La domanda è stata fatta all’ex dipendente Vaticano che ha preferito però non rispondere.

«Il mio cliente si è dichiarato estraneo ai fatti contestati. Per ora abbiamo fatto cadere l’accusa di commercializzazione di materiale pedopornografico, riusciremo a far cadere anche le altre contestazioni. Intanto lunedì farò istanza per la revoca del braccialetto elettronico», ha commentato il legale dell’uomo, l’avvocato Angelo Staniscia.

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