Un doppio augurio quello del patriarca di Alessandria, Tawadros II, capo della Chiesa copta ortodossa in Egitto, a Papa Francesco: per il quinto anno di pontificato e per la Pasqua che le Chiese ortodosse celebreranno una settimana dopo, domenica 8 aprile, secondo il calendario giuliano.

In un videomessaggio registrato dall’agenzia Sir nella sede patriarcale al Cairo, il papa copto dice al Vescovo di Roma: «Buona Pasqua, Santità. Le auguro che stia bene, in buona salute e sia felice. Ho bisogno sempre della sua preghiera per noi». La Pasqua, aggiunge Tawadros, «è la festa in cui noi ci rallegriamo perché Gesù Cristo è risorto ed ha vinto la morte e dopo la sconfitta della morte ha reso la Croce la Croce della Vita, salvezza per tutta l’umanità».

Il primate copto esprime a Francesco anche le felicitazioni per i cinque anni sul soglio petrino: «Faccio a Lei, Santità, gli auguri per il quinto anniversario della sua elezione. In questa missione felice e benedetta, non mi dimentico della visita che le ho fatto a Roma, due mesi dopo il suo insediamento, nel maggio 2013. È stata una visita molto bella. Eravamo riempiti dallo Spirito Santo. Sono fiducioso delle sue preghiere, sempre per noi, e noi anche la ricordiamo sempre nelle nostre preghiere». Di qui un augurio speciale: «Che il Signore benedica il suo servizio, la sua missione, la sua salute e le conceda lunga vita».

A proposito della preoccupazione per la possibilità di attentati alla comunità copta ortodossa di Egitto, in vista delle celebrazioni della Settimana Santa, il capo della Chiesa copta ortodossa spiega all’agenzia dei vescovi italiani: «Il nostro sentimento è che siamo nelle mani del Signore. Nelle mani del Dio che ha amato e ama tutti gli esseri umani e fa di tutto per il nostro bene. Dio è giudice. Lui è il padrone della vita e della morte. Quello che possiamo fare è pregare e lavorare per la pace. La nostra preghiera è che la pace ci sia concessa come dono e si diffonda su tutta la terra».

«Quando abbiamo nel nostro cuore un amore così, quando la nostra preghiera è sincera, quando crediamo nel perdono del Signore - prosegue Tawadros II -abbiamo una forza particolare che ci permette anche di poter perdonare quelle persone che ci hanno fatto del male, anche chi ci ha causato attentati dolorosi. Noi facciamo quello che ha fatto Gesù Cristo. È scritto nella Sacra Bibbia. Dio ha amato tutta l’umanità fino alla fine. E se noi amiamo ogni persona con questa misura, noi dovremmo anche pregare per ogni persona».

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