«La Chiesa, con le sue opere, testimonia la sua attenzione e sollecitudine verso le persone con disturbi dello spettro autistico. È presente nelle nostre comunità un generale atteggiamento di accoglienza, anche se ancora si fa fatica a praticare una vera inclusione, per cui è fondamentale che le nostre comunità cristiane siano “case” in cui ogni sofferenza trovi compassione, in cui ogni famiglia con il suo carico di dolore e fatica possa sentirsi capita e rispettata nella sua dignità». È quanto afferma il cardinale Peter Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, nel suo messaggio in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo celebrata ieri 2 aprile.

Esprimendo solidarietà verso «i nostri cari fratelli e sorelle con disturbi dello spettro autistico, alle loro famiglie e a tutti coloro che se ne prendono quotidianamente cura», il porporato sottolinea che: «È necessario l’impegno di tutti per promuovere l’accoglienza, l’incontro, la solidarietà, in una concreta opera di sostegno e di rinnovata promozione della speranza, contribuendo in tale modo a rompere l’isolamento e, in molti casi, anche lo stigma che gravano sulle persone con disturbi dello spettro autistico, come spesso anche sulle loro famiglie».

«Secondo studi epidemiologici - sottolinea Turkson nel testo, diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede - la prevalenza mondiale del numero delle persone con disturbi dello spettro autistico è aumentata negli ultimi 50 anni; si stima che 1 bambino ogni 160 è colpito da questi disturbi. Tale tendenza rischia di accentuarsi, per cui si chiede un maggiore impegno e nuove forze per potere rispondere, in modo adeguato, a questo andamento, che sembra avere assunto carattere di emergenza».

«Anche se sono numerose le leggi, a livello nazionale ed internazionale, emanate per riconoscere ed agevolare le persone con disturbi dello spettro autistico, esse - osserva il cardinale - sono ancora scarsamente attuate, con la conseguenza che sono le famiglie a dover coprire, con non poche difficoltà, le lacune e le inadempienze delle istituzioni e del sistema dei servizi medico-assistenziali. Per questo, è fondamentale costruire una solida alleanza tra i settori sanitario, socio-sanitario ed educativo e garantire la continuità dell’assistenza e della cura per tutto l’arco della loro vita».

Secondo il Dicastero vaticano, tra le cui competenze rientra anche la pastorale della salute, «la specializzazione e l’integrazione tra i servizi dell’età evolutiva e quelli dell’età adulta consentano loro di ricevere gli interventi appropriati senza vanificare le risorse impiegate». «È, dunque, importante - afferma il prefetto - che i Governi, le Istituzioni e l’intera comunità sociale, si adoperino per rispondere adeguatamente ai bisogni delle persone con disturbi dello spettro autistico, imparando a comprenderne le differenti specificità nel corso della loro vita e ad offrire loro opportunità di inclusione sociale. Si favoriranno, in questo modo, la cultura dell’incontro e della solidarietà a dispetto di quella dell’esclusione e dello scarto, che invece li relega ai margini della società». Infatti, «le persone colpite da questi disturbi, quotidianamente, si confrontano non solo con le difficoltà conseguenti alla loro condizione ma anche con i tanti limiti che la stessa società pone loro, privandoli di poter vivere al pieno delle proprie possibilità».

In conclusione il cardinale Turkson incoraggia «le famiglie, le varie associazioni, i gruppi parrocchiali ed ecclesiali, gli operatori socio-sanitari, i sacerdoti, i consacrati, i volontari e tutti coloro che, a diverso titolo, si impegnano nella cura, nell’assistenza e nella promozione integrale delle persone con disturbi dello spettro autistico». Affida quindi tutti a Maria, Madre della tenerezza, «affinché ogni passo sofferto del cammino, illuminato dalla luce della Pasqua, ispiri ciascuno e tutta la famiglia umana ad intraprendere azioni concrete di vera solidarietà e sostegno».

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