«Con il suo metro e novanta d’altezza, i capelli bianchi imprigionati nel ciuffo, la brace azzurra degli occhi pronta a incendiarsi, Angelo Moriondo sembra un attore hollywoodiano d’altri tempi. E invece questo gagliardo signore che vira verso gli 81 è un commercialista in pensione, con il pallino – come lo chiama lui - dell’aeronautica...». Iniziava così l’ultimo articolo di Mauro Pianta. Un ritratto, una storia, come quelle che a lui piaceva tanto raccontare. Mauro non c’è più. Ieri mattina, dopo aver consultato per l’ultima volta il telefonino, si è addormentato sotto anestesia per sottoporsi a una gastroscopia. E poco dopo il risveglio, il suo cuore si è fermato per sempre.

Nato a Torino nel 1971, di fede calcistica granata - una delle sue più grandi soddisfazioni erano i primi promettenti passi sul campo del figlio più piccolo, di 9 anni, ovviamente con i colori del Toro - Mauro era innamorato di letteratura e storia. Il giornalismo, quello sulla strada, era la sua vocazione. «Io ti guardo così» è il titolo provvisorio che alcuni dei suoi amici e colleghi ieri hanno deciso di dare al libro che raccoglierà gli articoli con le sue storie migliori. Sì, perché Mauro Pianta era un giornalista moderno, che sapeva raccontare e farsi raccontare piccole e grandi storie di vita. Sapeva avvicinarsi con delicatezza e profondità al suo interlocutore. Sapeva essere curioso e aveva il gusto del dettaglio, unito a una capacità di sintesi divenuta merce sempre più rara oggi: se gli era stato assegnato uno spazio di righe, non sgarrava mai.

Aveva collaborato con agenzie di stampa, siti internet, uffici stampa, ma anche testate nazionali come Il Foglio e Il Sole 24Ore, per il quale scriveva nell’inserto allora dedicato al Nord Ovest. Dal 2006 collaborava con il nostro quotidiano e nel 2011, quando fu creato Vatican Insider, la testata online della Stampa dedicata all’informazione religiosa, Mauro vi ha lavorato fino al gennaio 2017. Ha vissuto le difficoltà dell’avvio del progetto e le naturali scosse di assestamento, ha vissuto il dietro le quinte di eventi epocali quali la rinuncia di Benedetto XVI e poi il conclave che nel marzo di cinque anni fa ha eletto il suo successore. Anche durante l’esperienza di Vatican Insider, al di là del quotidiano lavoro redazionale fatto di titoli e di «cucina» dei pezzi dei collaboratori, aveva continuato a coltivare il gusto per le storie, per le notizie curiose. I retroscena dai sacri palazzi e le diatribe interne al Vaticano lo entusiasmavano poco. Era la cronaca - nera o bianca che fosse - a invogliarlo a scrivere, dopo essersi fermato ad osservare e ad ascoltare.

Dal novembre scorso aveva iniziato a collaborare con l’edizione torinese del «Corriere della Sera» e dal 2006 non aveva mai interrotto il suo lavoro nello staff della redazione della rivista di natura e ambiente «Piemonte Parchi».

Mite, ironico, capace di fare battute, amante della compagnia e capace di coltivare le amicizie. Era di poche parole, ma sempre giuste. Una persona perbene, innamoratissima della famiglia, alla quale cercava di non sottrarre mai il tempo necessario. Anche in redazione parlava spessissimo dei suoi due figli. Partecipava al movimento di Comunione e Liberazione, e il Meeting di Rimini era sempre inserito tra gli appuntamenti delle sue vacanze familiari estive. Per diverso tempo è stato volontario tra i detenuti iscritti all’università.

Il 5 dicembre 2014 aveva partecipato con tutti i suoi cari all’incontro della redazione di Vatican Insider con Francesco a Santa Marta: i suoi bambini e la moglie Silvia avevano potuto intrattenersi con il Papa, al quale avevano portato i saluti dei loro amici torinesi. A loro va l’abbraccio di tutta la redazione di Vatican Insider e della «Stampa».

Questo articolo è stato pubblicato nell’edizione odierna del quotidiano La Stampa (nelle pagine della cronaca torinese)

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