Alla Casa Bianca ha reso omaggio a Donald Trump. A New York si è visto con Bill Clinton e a Houston con due ex presidenti, George W. Bush e il padre, George H.W. Bush. È stato a Harvard e a Wall Street, poi nella Silicon Valley dove ha visitato il campus di Google, a Seattle dove ha incontrato il fondatore di Amazon Jeff Bezos, nel deserto della California dove ha discusso l’esplorazione dello spazio con Richard Branson.

Per Mohammed bin Salman, il principe ereditario saudita che si fa chiamare con le iniziali MBS, un tour coast-to-coast degli Stati Uniti della durata di tre settimane con uno scopo preciso: promuovere il suo regno come una società pronta a uscire dalla dipendenza dal petrolio e dalla stretta osservanza delle legge islamica per adottare importanti riforme sociali, culturali ed economiche.

Un tour ambizioso e ben coreografato che ha avuto il suo momento saliente quando MBS e il suo folto entourage di dignitari e di membri dell’apparato di sicurezza è approdato a Hollywood, bastione dei valori liberal e decisamente anti-Trump. A dicembre il principe ha fatto sapere che dopo 35 anni avrebbe riaperto i cinema. A febbraio l’Arabia Saudita ha annunciato piani per investire 64 miliardi di dollari in parchi di divertimento, cinema e altre attrazioni. Insomma, la capitale dell’entertainment ha visto arrivare un nuovo mercato molto lucrativo, 32 milioni di abitanti prevalentemente giovani, benestanti e con poche opzioni di intrattenimento. Ora che la Cina ha smesso di firmare assegni a destra e a manca, Hollywood ha visto anche una possibile nuova fonte di finanziamenti. E ha risposto all’arrivo del principe con inchini e tappeti rossi, reali e simbolici.

La prima sera MBS è stato ospite di Rupert Murdoch per una cena intima di 20 persone nella sua dimora di Bel-Air. C’erano i capi della Disney, della Warner e della Universal. E per la delizia del principe e dei membri del suo entourage, che non hanno saputo rinunciare ai selfie di rito, c’erano anche star come Michael Douglas, Morgan Freeman e Dwayne Johnson, che ha riportato su Instagram: «È stata una serata storica!».

Il giorno dopo, il principe è stato nella villa del produttore Brian Grazer a Santa Monica per una cena organizzata con Ari Emanuel, che sta per vendere il 10% della sua agenzia Endeavor a un fondo saudita per 400 milioni di dollari. C’erano stelle del cinema anche qui, ma l’attenzione del principe è stata tutta per l’ex campione di basket Kobe Bryant. Poi, mercoledì, c’è stato un lunch al Four Seasons di Beverly Hills, le cui 285 stanze sono state tutte occupate per una settimana dalla delegazione saudita. Tra produttori, agenti, avvocati ed esercenti gli ospiti erano 250. Dopo aver gustato kebab di agnello e hummus, hanno ascoltato i leader della Saudi General Entertainment Authority decantare le opportunità del loro Paese. Sono stati annunciati anche affari già conclusi, tra i quali uno col Cirque du Soleil che inizierà un tour in settembre. AMC Theatres, il maggiore operatore di sale al mondo, ha annunciato piani per aprire 100 cinema entro il 2030. Il primo che verrà inaugurato a Riad il 18 aprile con Black Panther.

L’Arabia Saudita ha appena concesso alle donne il diritto di guidare. Sei mesi fa Mohammed ha imprigionato centinaia di principi e uomini d’affari che considerava potenziali nemici, sequestrando loro miliardi di dollari. Molti imam continuano promuovere l’estremismo. Il dissenso non è tollerato. Ma nonostante le incongruità e la distanza da Hollywood e dai suoi valori, tutti sono accorsi da MBS. Un principe con 64 miliardi di dollari val bene un po’ di princìpi.