Chiesa e Stato in un dialogo pubblico nella Francia della laicità. Riconoscendosi reciprocamente il proprio ruolo, senza però per questo nascondere i punti di frizione. È quanto è accaduto ieri sera a Parigi durante il ricevimento promosso dalla Conferenza episcopale alla presenza del presidente Emmanuel Macron e di 400 rappresentanti del mondo della politica e della società civile. Un appuntamento analogo già avviene da anni in Francia con il Crif (il Consiglio delle istituzioni ebraiche francesi) e il Cfcm (il Consiglio francese del culto musulmano); ma per la Chiesa cattolica quella di ieri è stata la prima volta e l’evento non ha deluso le aspettative. Con Macron che ha parlato apertamente di un rapporto da ritrovare perché la Francia di oggi «più che di una radice astratta» ha bisogno di una «linfa cristiana».

Sotto le volte del Collège des Bernardins sono i più fragili i primi a parlare: ci sono Florent con suo fratello Samuel che soffre di autismo; ci sono Vanina e Charles, un’anziana e un giovane che si sono incontrati grazie alla Società di San Vincenzo; c’è Martine, senza fissa dimora, che racconta la sua vita di famiglia ritrovata nell’Association pour l’Amitié. «Noi crediamo che a misurare la grandezza di una società sia la sua capacità di mettere i più fragili al centro», commenta il presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo di Marsiglia Georges Pontier, quando prende la parola.

Va dritto alle questioni calde il presule. Sulla bioetica cita le parole di Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in Veritate: «Di fronte a questi drammatici problemi, ragione e fede si aiutano a vicenda. Solo assieme salveranno l’uomo». Ricorda il dibattito francese sull’omogenitorialità, quello sul fine vita, gli Stati generali della bioetica voluti proprio da Macron. «Ci siamo già espressi su tutti questi temi e lo faremo ancora - osserva Pontier - coscienti della nostra responsabilità di vigilare sulla salvaguardia dei diritti del bambino, per la difesa dei più fragili, dall’embrione al neonato, dalla persona portatrice di handicap a chi è paralizzato, dall’anziano a colui che dipende dagli altri in tutto e per tutto. Non possiamo lasciare solo nessuno».

L’arcivescovo parla anche di altri temi: la salvaguardia del creato, l’economia al servizio dell’uomo. E poi la questione dei flussi migratori così cruciale in questo nostro tempo; cita la questione delle porte chiuse anche ai minori stranieri, denuncia la mancanza di una politica europea: «Troppi ripiegamenti su di sé o paure persistenti - ammonisce - rendono impossibile l’elaborazione di progetti solidali, accoglienti e ragionevoli. Sappiamo che per raggiungere questo obiettivo serve l’impegno di tutti, poteri pubblici, istituzioni, associazioni e anche singoli cittadini. Nel nostro Paese c’è molta generosità che aspetta solo di poter dispiegarsi. Molti giovani adulti sono sensibili a questo dramma e sono pronti a vivere il tempo dell’accoglienza, della solidarietà e della fraternità».

Anche Macron non nasconde le difficoltà nel rapporto coi cattolici francesi: «Il legame tra la Chiesa e lo Stato si è rovinato e tocca a noi aggiustarlo», premette. Per farlo indica un volto: quello del colonnello Arnauld Beltrame, il poliziotto eroe (cattolico) che appena due settimane fa si è offerto in cambio di una donna ostaggio nel supermercato di Trèbes teatro di un attacco terroristico, pagando questo gesto con la vita. «Il mistero della condotta eroica del colonnello Beltrame - commenta Macron - affonda nella complessità dell’uomo. Quando arriva il momento della verità, la parte del cittadino e quella del cattolico bruciano della stessa fiamma». Una fiamma di cui la Francia non deve avere paura: «La funzione della laicità non può essere quella di sradicare dalla nostra società la spiritualità che nutre tanti nostri concittadini - ammonisce il presidente -. In questo momento di grande fragilità sociale considero una mia responsabilità non lasciare che la fiducia dei cattolici nella politica si spenga».

Non svicola dalle questioni sollevate da monsignor Pontier: «Sui migranti - commenta il presidente - c’è chi ci accusa di non accogliere con sufficiente generosità e chi ci accusa di buonismo: tentiamo di conciliare il diritto con l’umanità. Papa Francesco stesso ha invitato alla prudenza». Quanto alla bioetica il più giovane inquilino dell’Eliseo dice: «ascolto la voce della Chiesa, ascolto la vostra voce quando ci invitate a non appiattirci su un agire tecnico di cui mostrate chiaramente i limiti, ho ben presente il ruolo essenziale che la famiglia ha nella nostra società». Però, aggiunge, occorre anche «fare i conti con una realtà complessa e contraddittoria» che attraversa la società. Del resto, le stesse associazioni cattoliche e i sacerdoti francesi «accompagnano ogni giorno le famiglie monoparentali, le famiglie divorziate, le famiglie omosessuali o quanti sono ricorsi all’aborto, commisurando comunque i propri principi alla realtà».

Macron chiude ribadendo l’appello ai cattolici a impegnarsi in politica: «La vostra fede è qualcosa di cui la politica ha bisogno», sottolinea. Parla di «saggezza, impegno e libertà» come tre doni che la Repubblica si attende dai cattolici. Il futuro dirà se è stato solo un evento o se davvero si tratta dell’inizio di un percorso nuovo.

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