Metti una sera in uno storico centro sociale bolognese, a parlare dei discorsi di Papa Francesco ai movimenti popolari con l’arcivescovo di Bologna, don Matteo Maria Zuppi. L’incontro, fissato per il 16 aprile, sarebbe stato semplicemente inconcepibile coi suoi predecessori: sia il cardinal Biffi, quello dell’Emilia “sazia e disperata”, sia il suo successore Carlo Caffarra erano su posizioni ben più conservatrici rispetto a monsignor Zuppi, che proviene dalla comunità di Sant’Egidio e ha sempre avuto una sensibilità particolare per le tematiche sociali.

Per questo motivo il Tpo, realtà con esperienze e forme di lotta a volte turbolente che gli hanno attirato inchieste della procura, lo ha invitato alla presentazione di “Terra, casa, lavoro”, libro che raccoglie tre interventi del pontefice agli incontri mondiali a Roma (nel 2014 e nel 2016) e in Bolivia (nel 2015). Il centro sociale lo ha chiamato, e il vescovo ha risposto che non mancherà.

La pubblicazione, curata da Alessandro Santagata per l’editore Ponte alle Grazie, aveva già fatto discutere l’anno scorso quando era stata distribuita dal Manifesto, quotidiano comunista. La presentazione al Tpo, almeno per i più tradizionalisti, ha lo stesso sapore vagamente eretico, anche perché a dialogare col prelato ci sarà pure Luciana Castellina, fra i fondatori del Manifesto ed esponente di primo piano dei movimenti fioriti a sinistra del Pci nei primi Anni 70, prima di essere eletta in parlamento con Democrazia proletaria (sarebbe poi rientrata nel Pci per poi scegliere Rifondazione comunista).

Al centro sociale bolognese, quasi minimizzano: “E’ una normale presentazione – dice Domenico Mucignat -: Santagata ce l’ha proposta dopo l’uscita del suo libro con Il Manifesto lo scorso anno, noi abbiamo invitato la Castellina e il vescovo, ed entrambi hanno accettato”.

All’origine dell’iniziativa, l’interesse comune per gli argomenti trattati: “Da anni abbiamo rapporti con Joao Pedro Stedile e il movimento brasiliano di occupazione delle terre Sem Terra – aggiunge Mucignat -. Dalla lettura degli interventi del Papa, d’altra parte, emergono passaggi sull’accoglienza per tutti, tema che fa fatica a trovare spazio nella sinistra italiana, oltre alla sua attenzione per il protagonismo dei movimenti”. Quanto alla partecipazione del vescovo di Bologna, il Tpo precisa che “questo non è un incontro con la diocesi e il nostro spirito resta laico, ma la figura di Zuppi, che è sensibile alle tematiche sociali e ha guardato con interesse all’esperienza di accoglienza del centro sociale Làbas (un’altra realtà antagonista bolognese sgomberata la scorsa estate, ndr) è molto diversa da chi lo ha preceduto. Non ci saremmo mai sognati di invitare Caffarra o Biffi. Ricordo che al Làbas venivano ospitati una ventina di senza fissa dimora, in maggioranza stranieri, e le persone lavoravano nei mercatini agricoli, non era solo un dormitorio”.

Secondo Mucignat, il Tpo è più in sintonia con le idee del vescovo che con quelle del Pd: “Rispetto alla sinistra di Renzi e Minniti, o della vicepresidente della regione Emilia Romagna Gualmini, siamo sicuramente più in consonanza con lui, soprattutto su temi come la convivenza: Zuppi ha fatto una campagna di apertura delle parrocchie ai migranti”.

Detto questo, “antagonisti siamo e antagonisti rimaniamo, ma la nostra storia è cambiata negli anni, oggi gestiamo una polisportiva con 500 iscritti, ed è importante vedere se si può interagire con altre figure lontane da noi, come l’arcivescovo. Si può aprire una discussione su certe tematiche. Al corteo contro Minniti, del resto, hanno partecipato anche dei cattolici”.

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