L’incarico che il Presidente della Repubblica affida per tentare di formare un governo è un atto informale, come si può leggere anche sul sito della Presidenza del Consiglio. Non è un documento scritto: viene comunicato solo oralmente a chi lo riceve nel corso di un colloquio. Le uniche tracce scritte sono i resoconti interni dello staff del Quirinale e il comunicato stampa che il Segretario generale della presidenza della Repubblica emette subito dopo e che di solito viene letto ai giornalisti. Chi riceve l’incarico non acquista alcun potere se non quello di agire, appunto, su incarico del Presidente della Repubblica.

L’incarico di formare il Governo non è previsto dalla Costituzione, da una legge o da un regolamento. La Costituzione all’articolo 92 dice solo che «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri». Quella di affidare un incarico è dunque una prassi, una consuetudine, come quella delle consultazioni, che pure non sono previste in modo esplicito. Questa prassi di affidare l’incarico prima della nomina, tuttavia, è sempre stata rispettata. Anche quando le elezioni, grazie al sistema maggioritario, avevano indicato chiaramente la coalizione vincitrice e il suo leader, il presidente della Repubblica ha sempre affidato prima l’incarico e poi ha proceduto alla nomina del capo del Governo.

I Presidenti del Consiglio, da parte loro, hanno sempre accettato l’incarico «con riserva» per poi tornare al Quirinale per sciogliere la riserva e accettare ufficialmente l’incarico. L’unica eccezione fu nel 2008 quando Silvio Berlusconi, subito dopo aver ricevuto l’incarico da Giorgio Napolitano, lo accettò senza riserve e presentò contemporaneamente la lista dei ministri.

La formula del mandato esplorativo fu ideata nel 1957 da Giovanni Gronchi che affidò questo tipo di incarico al Presidente del Senato Cesare Merzagora. Di solito il mandato esplorativo serve davvero solo a verificare se esista una possibile maggioranza disposta a sostenere un Governo e non a procedere alla sua formazione.

Cinque anni fa anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani dopo le elezioni ricevette dal Presidente Napolitano un mandato esplorativo, al quale rinunciò dopo sette giorni di consultazioni.

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