Silvio Berlusconi tende la mano a Matteo Salvini e prova a ricucire per evitare lo strappo. Alla Lega si rivolge anche Luigi Di Maio, lodandone la «affidabilità» e dicendosi sicuro che, insieme, si potrebbero «fare grandi cose».

Il leader di Forza Italia nega che ci siano problemi nella coalizione, anzi garantisce che lo stato di salute del centrodestra «è buono» e smentisce di aver aperto al Pd: «Non ho mai detto di fare un governo con l’appoggio del Partito democratico. Con il Pd non c’è alcun tipo di contatto in corso, alcun rapporto in corso». Quindi, Berlusconi si rivolge a Salvini e torna ad indicarlo come la «persona che deve esprimere il leader». Ma i rapporti tra i due, spiegano nel centrodestra, restano tesi, anche se nessuno si spinge a definire imminente la rottura definitiva. Salvini, del resto, ha bisogno di tempo, sia per attendere i risultati delle elezioni regionali, sia per maturare le prossime mosse, compreso lo “sganciamento” da Berlusconi. Nonostante le tensioni interne, dopo il gelo di ieri ci sarebbero stati contatti oggi tra i vertici dei due partiti, lo stesso Berlusconi riferisce di aver parlato con Giorgetti. E fonti del centrodestra non escludono un possibile incontro tra i due leader nella giornata di domani.

Per il momento Salvini tace, ma la linea della Lega non cambia: basta con i veti, scandisce il governatore del Veneto Luca Zaia, «non servono a nessuno». E il candidato alla guida del Friuli, Massimiliano Fedriga, aggiunge: «nessuna soluzione se non termina la stagione dei veti e controveti da parte di tutti, di chi non è alleato ma anche dei nostri alleati».

Intanto proseguono anche i contatti tra Lega e 5 Stelle, ma restano ancora da sciogliere diversi nodi, a partire dalla premiership dell’eventuale governo giallo-verde e il `peso´ delle due forze politiche nel futuro esecutivo.

Di Maio è disposto a concedere ancora tempo a Salvini: «So bene il momento che sta vivendo e so bene il momento politico che sta attraversando la Lega». Il capo politico pentastellato torna, poi, a lodare il partito di via Bellerio, spingendosi anche oltre: «Credo fortemente che con la Lega di Salvini si possa fare un buon lavoro per questo paese. Possiamo fare cose molto importanti». «Ho auto modo di testare la sua affidabilità quando abbiamo eletto le cariche istituzionali al Parlamento: sono sicuro che se la Lega firma un contratto, tiene fede ai patti». Un messaggio che potrebbe avere anche come destinatario il Colle, in attesa delle decisioni che saranno rese note lunedì.

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Il mandato a Fico potrebbe rimettere in gioco il Pd che, al momento, resta a guardare. Il portavoce dell’ex segretario smentisce vi sia «una interlocuzione tra Renzi e Casaleggio, nemmeno per interposta persona» e conferma la linea del «tocca a loro». Nessun incontro con Di Maio, spiega il reggente dem, Maurizio Martina. «Adesso noi dobbiamo fare una cosa: aspettare le indicazioni del presidente Sergio Mattarella e capire quale sarà lo scenario da lunedì», aggiunge, aprendo alla richiesta delle minoranze interne di convocare urgentemente la Direzione: «Valuteremo il percorso da fare anche al nostro interno alla luce delle indicazioni e delle novità che eventualmente emergeranno».

Insomma, per Di Maio «questo è il momento in cui possiamo fare grandi cose ma c’è bisogno di venirsi incontro». Il leader dei 5 stelle rassicura l’interlocutore leghista: «Io ce la metterò tutta per andare incontro alle esigenze di chi ci può dare una mano a cambiare le cose. Saranno giorni e ore importanti. Tutti riflettano e si prendano il loro tempo». Quanto all’ipotesi di un mandato esplorativo a Roberto Fico, Di Maio ostenta sicurezza: «guardiamo a lui come a una figura di garanzia che è stata in grado di assicurare la sua imparzialità nella gestione di quest’incarico prestigioso. Di lui possono dire solo cose buone».

Martina: “Dialogo con il M5S? Aspettiamo Mattarella”

Un dialogo tra il Pd e il Movimento 5 Stelle? «Adesso noi dobbiamo fare una cosa: aspettare le indicazioni del Presidente Sergio Mattarella e capire quale sarà lo scenario da lunedì. Noi vogliamo essere assolutamente rispettosi di questo passaggio che il Presidente sta facendo». È la roadmap sui prossimi giorni tracciata dal segretario reggente del Pd Maurizio Martina nell’ambito dei passaggi istituzionali per la formazione di un governo con l’ipotesi che i dem, perdenti alle elezioni del 4 marzo, possano in qualche modo inserirsi nelle trattative aprendo ad un dialogo con il movimento di Beppe Grillo. Martina ne ha parlato con i cronisti oggi a Milano a margine di una iniziativa dell’area di minoranza del suo partito.

Orlando (Pd): “Loro lavorano a un asse con il centrodestra”

«Mi sembra che oggi il Movimento 5 Stelle stia alacremente lavorando per costruire un asse con la destra» spiega il ministro della Giustizia Andrea Orlando, questa mattina a Firenze, a margine di un’assemblea di militanti del Pd, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se ci fosse una convergenza tra M5S e Pd in ottica di un futuro governo. «Una cosa sulla quale è giusto che anche i molti elettori di centrosinistra che hanno votato per i Cinque stelle riflettano: i loro voti dati spesso anche come elemento di critica al centrosinistra e al Pd oggi saranno utilizzati per costruire un rapporto con Salvini». A chi chiedeva se il Pd non dovesse fare un passo in avanti, Orlando ha risposto: «Non si capisce in quale direzione. Onestamente ho sempre ritenuto che il Pd dovesse stare in campo, fare le proprie proposte, cosa che alla fine è avvenuto pero’ mi sembra che in questo momento stiamo soprattutto assistendo ad un tentativo di convergenza fra Lega e M5s ed è evidente che in quel quadro noi non siamo interessati, e non possiamo esserlo in alcun modo».

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