Tredicimila pellegrini, trenta chili di tortellini in regalo e anche Gianni Morandi che, imbracciata la chitarra, ha eseguito i suoi brani più famosi. Una grande festa, questa mattina, in piazza San Pietro dove sono giunti i fedeli delle diocesi di Bologna e di Cesena-Sarsina, accompagnati dai rispettivi vescovi Matteo Zuppi e Douglas Rigattieri, per ringraziare il Papa della sua visita del 1° ottobre 2017.

Numerosi vip e personaggi noti hanno preso parte all’iniziativa: da Francesco Guccini a Romano Prodi, da Pier Ferdinando Casini a Gian Luca Galletti al prefetto di Bologna Matteo Piantedos. Dopo le testimonianze di alcuni anziani e disabili, momenti di canto e di preghiera e lo scroscio d’applausi seguito alle esibizioni di Morandi di “Un mondo d’amore” e “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles  e i Rolling Stones” - e anche, a sorpresa, “Romagna mia” - è stato il momento dell’arrivo del Pontefice puntuale a mezzogiorno che ha percorso in jeep la piazza per dare il benvenuto ai pellegrini. 

«Vi saluto tutti con affetto. Grazie per la vostra presenza festosa!» ha esordito Bergoglio, dopo i discorsi di Rigattieri e Zuppi (che ha ricordato anche la morte del predecessore, il cardinale Carlo Caffarra, firmatario dei dubia, morto poco prima dell’arrivo del Pontefice a Bologna, per il quale ha chiesto un applauso). Subito il Papa ha espresso la gratitudine per l’accoglienza ricevuta lo scorso anno: da parte dei due vescovi «tanto premurosi», anzitutto, poi dalle autorità, dai sacerdoti e dai laici. «Conservo viva la memoria degli incontri che ho vissuto nelle vostre città. Non dimentico l’accoglienza che mi avete riservato e i momenti di fede e di preghiera che abbiamo condiviso».

Per Francesco quella giornata di ottobre è stata «un dono della Provvidenza per confermare e rafforzare il senso della fede e dell’appartenenza alla Chiesa, che chiede necessariamente di tradursi in atteggiamenti e gesti di carità, specialmente verso le persone più fragili». Come confermato dai due vescovi la visita pastorale è stata anche motivo «di rinnovato impegno da parte di tutte le componenti delle vostre Comunità». «Ringrazio Dio per questo e vi esorto a continuare con coraggio nel cammino intrapreso», dice il Papa. 

Che rammenta in particolare le tappe salienti della visita: a Cesena la commemorazione del terzo centenario della nascita di Pio VI, con un pensiero anche per Pio VII, due Papi cesenati che insieme ad altre «importanti figure di pastori e di evangelizzatori» richiamano gli abitanti della città romagnola ad impegnarsi «generosamente ad annunciare il Vangelo ai vostri concittadini testimoniandolo con le opere, che non necessariamente devono essere grandi. I cristiani sono lievito di amore, di fraternità, di speranza con tanti piccoli gesti quotidiani». «Amate i piccoli gesti quotidiani - aggiunge a braccio - sono piccoli come il lievito, piccoli ma fanno tanto bene». 

A Bologna, poi, il Congresso Eucaristico Diocesano. Speranza del Papa è che quell’evento ecclesiale, «che ha raccolto numerose persone intorno a Gesù eucaristico», possa prolungarsi nel tempo e «non affievolirsi ma accrescersi e portare frutti, lasciando un’impronta indelebile nel cammino di fede della vostra Comunità cristiana». 

«L’Eucaristia, infatti, fa la Chiesa», afferma Papa Bergoglio, «la aggrega», «ci riconcilia e ci unisce», «incoraggia atteggiamenti di generosità, di perdono, di fiducia nel prossimo, di gratitudine». Gesù l’ha istituita perché «formiamo un solo corpo, da estranei e indifferenti gli uni agli altri diventiamo uniti e fratelli». 

L’Eucarestia, insiste Francesco, «ci fa capire che si è più beati nel dare che nel ricevere», ci «insegna anche la giusta scala dei valori: a non mettere al primo posto le realtà terrene, ma i beni celesti; ad avere fame non solamente del cibo materiale, ma anche di quello che dura per la vita eterna».

    

«Gli uomini e le donne del nostro tempo hanno bisogno di incontrare Gesù Cristo: è Lui la strada che conduce al Padre; è Lui il Vangelo della speranza e dell’amore che rende capaci di spingersi fino al dono di sé», sottolinea ancora il Vescovo di Roma. «Ecco la nostra missione, che è ad un tempo responsabilità e gioia, eredità di salvezza e dono da condividere. Essa richiede generosa disponibilità, rinuncia di sé e abbandono fiducioso alla volontà divina».

 

Si tratta di incamminarsi verso «un itinerario di santità per rispondere con coraggio all’appello di Gesù, ciascuno secondo il proprio peculiare carisma». «Ogni santo è una missione; è un progetto del Padre per riflettere e incarnare, in un momento determinato della storia, un aspetto del Vangelo», afferma il Papa. 

Conclude incoraggiando «a far risuonare nelle vostre comunità la chiamata alla santità che riguarda ogni battezzato e ogni condizione di vita». Perché è nella santità che «consiste la piena realizzazione di ogni aspirazione del cuore umano». Allora «non stancatevi di cercare Dio e il suo Regno al di sopra di ogni cosa e di impegnarvi al servizio dei fratelli, sempre in stile di semplicità e di fraternità».

Al termine della udienza, Francesco ha salutato e stretto la mano di una cinquantina di ragazzi e ragazze, in rappresentanza del tessuto sociale ed ecclesiale delle due città. Tra questi c’era Khalid, 17enne musulmano di origine marocchina ma residente a Crevalcore, studente del liceo artistico Bologna. Il ragazzo è stato estratto a sorte tra i ragazzi di Radioimmaginaria, emittente creata e gestita interamente da ragazzi fra 11 e 17 anni che conta oggi 42 redazioni tra Italia ed Europa. 

Il Papa ha poi incontrato nuovamente Gianni Morandi (già si erano visti a Bologna) e il cantante Francesco Guccini, con i quali si è soffermato a chiacchierare e scherzare.

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