Si delineano i contorni dell’incontro che i vescovi tedeschi avranno nelle prossime settimane in Vaticano per discutere della controversia della «ospitalità eucaristica», ovvero se concedere o meno a un protestante di accedere alla comunione mentre assiste alla messa insieme al coniuge cattolico. Non c’è ancora la data, ma l’incontro, che sarà ospitato dalla Congregazione per la Dottrina della fede guidato dall’arcivescovo Francisco Ladaria, vedrà a Roma il presidente dei vescovi tedeschi, il cardinale Reinhard Marx, insieme al cardinale arcivescovo di Colonia Rainer Maria Woelki, capofila dei vescovi che hanno messo in questione l’apertura approvata dall’assemblea episcopale, e al vescovo di Münster Felix Genn. Scopo della discussione, per il Consiglio permanente dei vescovi tedeschi, è «discutere e valutare gli aspetti pastorali e il contesto giuridico anche dal punto di vista della vista Chiesa mondiale».

La vicenda, da settimane al centro di un serrato dibattito che dalla Germania è rimbalzato fino a Roma, è iniziata quando, il 22 febbraio scorso, al termine dell’Assemblea plenaria di primavera dei presuli tedeschi a Ingolstadt, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente della Conferenza episcopale, aveva annunciato l’elaborazione di un sussidio pastorale, rivolto principalmente ai sacerdoti, per «esaminare le situazioni concrete e per giungere ad una decisione responsabile riguardo alla possibilità per il coniuge non cattolico di accedere alla comunione».

Un mese dopo, il 22 marzo, sulla Kölner Stadt-Anzeiger, il quotidiano della città di Colonia, veniva riferito di una lettera indirizzata da sette vescovi tedeschi, tra i quali il cardinale arcivescovo di Colonia, Rainer Maria Woelki, al prefetto della Dottrina della Fede, l’arcivescovo Luis Ladaria, e al cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani per chiedere il loro «aiuto e chiarimenti», poiché - sostenevano i firmatari - la bozza del sussidio, pur approvata dai due terzi dei vescovi, è «illegale» e «viola la fede cattolica e l’unità della Chiesa» e riguarderebbe dunque una decisione che, superando le competenze di una Conferenza episcopale nazionale, pone la questione se non implichi una «decisione della Chiesa universale», e dunque una presa di posizione della Santa Sede.

Con una lettera indirizzata a tutto l’episcopato della Germania, e pubblicata sul sito web della Conferenza episcopale, il cardinale Marx replicava ripercorrendo i passaggi della vicenda, sottolineava che il documento era stato adottato «a schiacciante maggioranza» dall’assemblea di Ingolstadt, e precisava che «è naturalmente possibile per una Conferenza episcopale nazionale (e anche per un vescovo diocesano, secondo il canone 844 § 4 del Codice di Diritto canonico) formulare criteri che consentano la comunione a cristiani che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica». La missiva rimarcava anche che «l’Assemblea ha preso la sua decisione sullo sfondo dei testi teologici ed ecumenici di riferimento e delle possibilità regolamentari del diritto canonico e quindi vede il legame con la Chiesa universale come un dato chiaro, specialmente dopo l’incoraggiamento di Papa Francesco per ulteriori passi nell’ecumenismo, anche nella pastorale».

Quando, nei giorni scorsi, certa stampa tedesca ha scritto che il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, l’arcivescovo Francisco Ladaria, aveva bocciato il testo tedesco, la Conferenza episcopale tedesca ha smentito, per bocca del suo portavoce Matthias Kopp, queste ricostruzioni di stampa, precisando che ad ogni modo il testo in questione era ancora una bozza non definitiva e rendendo noto che il Papa aveva espresso il desiderio di «tenere un confronto a Roma sull’argomento», prospettiva alla quale Marx aderiva con convinzione.

Ora la Conferenza episcopale tedesca rende noto che il Consiglio episcopale permanente riunito in questi giorni ha discusso le proposte di modifica giunte nel frattempo da diversi vescovi e, come previsto dall’Assemblea, i presidenti della Commissione episcopale dottrinale, della Commissione episcopale per l’ecumenismo insieme con lo stesso cardinale Marx hanno approvato la versione definitiva del sussidio pastorale. Marx «informerà i membri della Conferenza episcopale tedesca e le istituzioni competenti nella Curia romana», si legge in un comunicato diramato la sera di lunedì 23 aprile, che fornisce poi alcuni dettagli circa l’incontro di Roma: la Congregazione vaticana per la Dottrina della fede (e non, dunque, il Papa) ha invitato a Roma oltre al cardinale Marx – che peraltro in questi giorni è a Roma in qualità di membro del Consiglio dei nove cardinali che coadiuvano il Papa nella riforma della Curia romana, il cosiddetto C9 – anche il cardinale Woelki e il vescovo di Mûnster, Felix Genn, che è peraltro membro della Congregazione dei vescovi.

Il Consiglio permanente dei vescovi tedeschi «accoglie l’opportunità di un dialogo a Roma per chiarire e approfondire» la questione: «Lo scopo della discussione, dal punto di vista del Consiglio permanente, è quello di discutere e valutare gli aspetti pastorali e il contesto giuridico anche dal punto di vista della vista Chiesa mondiale». Rimane da definire la data dell’appuntamento.

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