«Tutti noi abbiamo il sangue di un migrante». Lo ha affermato il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis, in una intervista a Vatican News, in vista della campagna “Share the Journey” lanciata nel settembre del 2017 dal porporato e dallo stesso Papa Francesco.

L’iniziativa è volta ad incoraggiare le comunità locali, a partire dalle parrocchie, a rafforzare la «cultura dell’incontro», condividendo un pranzo con i migranti e i profughi e intraprendendo iniziative concrete di solidarietà. Per dare forza alla campagna, il porporato ha voluto organizzare «una Settimana di Azione Globale» dal 17 al 24 giugno prossimi.

«Il fenomeno della migrazione umana non è nuovo, però nel nostro tempo contemporaneo è un fenomeno drammatico per il numero dei migranti forzati e rifugiati», ha detto oggi al sito vaticano. «Papa Francesco e Caritas Internationalis hanno questo programma per due motivi. Il primo è di carattere umanitario. Sì, la migrazione è un fenomeno, un’idea, un concetto, però alla base c’è il fatto che i migranti sono persone! Per dare un volto umano a un fenomeno, a un concetto, dobbiamo accogliere i migranti. Il secondo motivo è la fede. Nella Bibbia, il Popolo di Israele era composto di rifugiati, migranti in Egitto. Il Signore si è preso cura di questo popolo povero e l’ha guidato verso la libertà e Gesù Cristo ha identificato se stesso con gli stranieri, i migranti».

Il cardinale si rivolge dunque a quanti hanno “paura” dei migranti e ai governanti che alzano muri per fermare l’immigrazione: «La mia prima parola è apprezzare la complessità del fenomeno della migrazione. Non è una questione semplice. La seconda parola è incontrare i migranti, i rifugiati. Spesso la paura verso la migrazione non è fondata la mentalità cambia quando le storie umane aprono i miei occhi alla mia storia e io vedo me stesso negli altri! In questo modo cominciamo a condividere la stessa storia, il viaggio, insieme. La terza parola è memoria. Tutti noi, tutti i Paesi del mondo hanno una storia di migrazione. Mio nonno era un migrante dalla Cina alle Filippine. Tutti noi abbiamo il sangue di un migrante! Non bisogna dimenticare questa storia comune e vedere in ogni migrante un nonno, una nonna. Non sono stranieri: sono miei fratelli e mie sorelle».

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