Più della scelta delle città, il nodo sembrano essere i tempi della politica. È un Malagò cauto, forse anche un po’ preoccupato quello che, a margine della presentazione dell’86esima edizione di Piazza di Siena, parla dei Giochi del 2026. I ritardi nella formazione del nuovo governo «potrebbero essere un problema» per la candidatura italiana alle Olimpiadi invernali dice il numero uno del Coni, spiegando che «se si riuscisse ad avere un esecutivo che dà determinate risposte entro settembre, ci si può presentare alla sessione del Cio di Buenos Aires con tutte le credenziali e le garanzie per essere autorevole e credibile. In caso contrario sono il primo a riconoscere che si difetta di qualcosa». La scadenza dovrebbe essere «il prima possibile, tenendo conto che ci sono alcuni aspetti da studiare e verificare con il tavolo di confronto e dialogo tra il Coni, il Comitato olimpico internazionale e le candidature nei prossimi giorni, però è chiaro che la parola del governo è fondamentale». Malagò aveva in mente una sorta di scaletta: «Tra il 15 e il 30 luglio, con gli ultimi due mesi dedicati agli aspetti che arricchiscono una candidatura: preparazione di video, fascicoli e slide, coinvolgimento di testimonial». E’ chiaro, continua, «che tutto questo si può fare in due settimane, ma senza avere la certezza dell’avallo del governo».

GUARDA IL VIDEO: Caso Olimpiadi, l’Appendino non vuole mollare

E mentre Roma aspetta di capire che gli eventi, in città c’è chi si porta avanti. Il Coordinamento No Olimpiadi 2026 (Cono) ha annunciato per sabato una assemblea pubblica. Sotto accusa ci sono i lavori che, dicono i partecipanti, sono assimilabili alla costruzione di una grande opera come la Tav. Il Cono, nonostante l’ipotesi di progetto sia a basso impatto ambientale, ricorda le «pesanti ripercussioni sulle finanze comunali e sui servizi ai cittadini torinesi» dei Giochi invernali del 2006, nonché «i danni all’ambiente e al territorio urbano ed extraurbano». E definisce «un assurdo matematico» l’idea che possa esistere un grande evento a impatto zero. Per questo motivo, il Coordinamento invita il Comune di Torino e la sindaca, Chiara Appendino, a «non presentare l’autunno prossimo la candidatura al Cio». E si impegna «a contrastare da vicino tutte le fase che porteranno nei prossimi mesi alla definizione e valutazione del progetto».

I commenti dei lettori