Nella Collegiata di Arona, «orfana» del polittico di Gaudenzio Ferrari, che fino al 16 settembre sarà in mostra nella pinacoteca di Varallo Sesia, ci sono altri «tesori» da scoprire. Sono opere di solito conservate nella casa parrocchiale o in sacrestia che fedeli e turisti potranno osservare da vicino in questi giorni nella cappella dell’Addolorata. In particolare, il crocifisso ligneo e un busto che ritrae un San Carlo ancora giovane, visto che ha una vistosa barba scura sul volto: entrambi sono del XVII secolo e sono stati restaurati da Clementina Cane e Bruno Bardozzo di Borgomanero. Il parroco don Claudio Leonardi: «Il restauro è stato finanziato dalla Sovrintendenza come ricompensa per il prestito del polittico nell’ambito della mostra “Il Rinascimento di Gaudenzio Ferrari”».

Il «vuoto» lasciato dalla Natività che il pittore di Valduggia realizzò nel 1511 consente di intravedere, nella parte alta, un interessante affresco decorativo realizzato nella seconda metà dell’Ottocento con la tecnica del trompe-l’œil. Da una finestra con grata si scorge il campanile della Collegiata, fedelmente riprodotto nelle forme e nei colori. Peccato però che, nella realtà, la veduta del campanile da quella parte dell’edificio non sia possibile apprezzarla così come il pittore l’ha realizzata.

Il lato su cui si apre la finestra dipinta, infatti, dà sul quadriportico della canonica e il campanile si trova dalla parte opposta. Non si può però parlare di un errore, quanto di una licenza artistica in linea con il gusto dell’epoca. A catturare l’occhio, oggi, è una grande tela dipinta dal Nuvolone intorno al 1640: rappresenta l’Immacolata con il cardinal Federico Borromeo. Arriva dal salone della casa parrocchiale e quindi di norma non è esposta al pubblico. Al di là del valore artistico, ricorda in modo evidente il profondo legame esistente tra la comunità aronese e il cardinal Federico, a cui si devono i lavori di restauro della chiesa stessa nei primi anni del ‘600 e il progetto di realizzazione del Sacro Monte e con la statua colossale in omaggio del cugino San Carlo Borromeo.

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