Una folla di parenti, amici, e semplici conoscenti per dare l’ultimo saluto a Pamela Mastropietro, la ragazza di 18 anni uccisa e fatta a pezzi lo scorso 30 gennaio a Macerata. Un fiume di gente alle 9 e 30 si è presentata nella parrocchia Ognissanti di via Appia Nuova, quadrante sud della Capitale, per abbracciare i genitori di Pamela e passare qualche minuto con loro e con il feretro di Pamela in attesa delle 11 quando inizieranno i funerali. Alla bara bianca di Pamela, già ricoperta di fiori, sono stati legati due palloncini, uno bianco e l’altro rosa (colore preferito dalla ragazza).

Fiori e messaggi

I tantissimi amici arrivati questa mattina presto hanno portato uno striscione con la scritta: «Infinitamente... Ci manchi ma ci sei» e magliette con il viso della giovane che alternano altre scritte e foto di Pamela. Tra le numerose corone di fiori, quella della sindaca di Roma, della nonna Giovanna, dei professori e di Luca Traini, l’uomo che per “vendicare” la ragazza sparò all’impazzata a Macerata contro alcuni migranti qualche giorno dopo il ritrovamento del corpo

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Le parole della mamma, Alessandra Verni e degli amici

«Ciao amore mio, mi manchi. Mi manchi da morire - ha detto Alessandra Verni, la mamma - Quello che ti hanno fatto è disumano, un macigno nello stomaco che arriva fino in gola. Anche se non ci possiamo più abbracciare so che ci sei, vicino a noi. Ti sei meritata il Paradiso. Ti hanno fatto del male, un male atroce. Tu sei viva alla faccia di tutte quelle persone che ti hanno massacrata. Un giorno ci rincontreremo e sarà per sempre. Ti amo Pamy».

Anche gli amici hanno voluto dare l’ultimo saluto a Pamela. «Sarai sempre con me ogni giorno. Anche se non sei più su questa terra ti sento vicina», ha detto un’amica. Un’altra le ha fatto eco: «Sarai sempre una regina, la nostra regina». «Ci sono persone con le magliette con il volto di Pamela. Noi il viso di Pamela lo porteremo sempre dentro di noi», ha concluso la celebrazione il parroco.

L’omelia

«Pamela è tornata a casa e noi vogliamo farle sentire l’abbraccio più forte, quello di Dio. L’apostolo Paolo ci ricorda “consolatevi con l’aiuto della fede”, io oggi sono qui per mettere in pratica questo: per consolarvi», ha spiegato il parroco durante l’omelia. E ha aggiunto: «La speranza non deve mai mancare. Questo episodio bruttissimo non deve toglierci la speranza, non lasciatevela rubare», «non si semina mai inutilmente, dobbiamo impegnarci e non farci rubare la speranza: io ricordo Pamela, era nel primo gruppo che ho seguito come parroco. Ricordo quella luce negli occhi della ragazza», ha concluso.

La maglietta con la foto di Pamela e la frase: «Nessuno ti potrà portare mai via»

La commozione

Presenti e in prima fila ai funerali di Pamela la sindaca di Roma, Virginia Raggi e il primo cittadino di Macerata, Romano Carancini. Insieme a loro anche il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, Maurizio Gasparri e Domenico Gramazio.

«Lotteremo fino in fondo affinché questa ragazza di 18 anni, questa bambina uccisa con delle coltellate, fatta a pezzi e messa in due trolley trovi giustizia», ha spiegato lo zio di Pamela Mastropietro e legale della famiglia, Marco Verni poco prima dei funerali. «Lo faremo per lei - ha detto - per la sua famiglia e per tutto il mondo civile perché questa è la battaglia di tutto il mondo civile contro quello della barbarie».

Il lutto cittadino

Oggi Roma e Macerata saranno unite nel dolore. La sindaca della Capitale, Raggi e quello di Macerata, Carancini, hanno proclamato il lutto cittadino. La scelta del primo cittadino marchigiano, che è presente anche oggi ai funerali, è stata criticata da Alessandra Verni, mamma di Pamela. «Giornata di lutto e sindaco ai funerali? Ma alla fiaccolata per Pamela non c’era nessuno dell’amministrazione», ha affermato Verni riferendosi alla fiaccolata organizzata per ricordare la figlia il 6 febbraio per le vie di Macerata.

L’indagine di Macerata

Intanto l’inchiesta va avanti e la procura di Macerata due giorni fa ha contestato l’omicidio a Innocent Oseghale. Sarebbe lui dunque ad aver ucciso la giovane Pamela il 30 gennaio scorso a Macerata. Ma non è tutto. Secondo il procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio, lo stesso Oseghale prima di uccidere Pamela e di farne a pezzi il corpo avrebbe anche abusato di lei. Tesi non condivisa però dal gip Giovanni Maria Manzoni che ha invece ritenuto non vi fossero gravi indizi di colpevolezza per tale accusa, ipotizzando che tra i due si fosse creato un clima amicale. Per la procura, l’accusa di stupro sarebbe avvalorata anche dalla «cura maniacale» messa da Oseghale per far sparire le tracce del rapporto violento, pulendo con la candeggina e asportando gli organi genitali della ragazza. Un’ipotesi «seria» ma carente di «gravi indizi di colpevolezza» secondo il gip. A sostegno della tesi della procura una frase intercettata nel carcere di Ancona tra Lucky Awelima e Desmond Lucky, i due nigeriani arrestati con Oseghale. «Il 30 gennaio Innocent mi telefonò chiedendomi se volevo andare a stuprare una ragazza che dormiva», ha detto Lucky a Desmond.

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