Da aprile l’Arabia Saudita emette visti turistici internazionali eliminando le attuali restrizioni a viaggi individuali e donne sole. Il progetto fa parte di Vision 2030, il programma d’apertura e riconversione economica del principe ereditario Mohammed Bin Salman per ridurre la dipendenza dal petrolio: conta d’accogliere 30 milioni di turisti l’anno. S’articola su due piani. Deserti e siti archeologici dell’interno. E sviluppo del Mar Rosso con la costruzione di resort di lusso su 50 isole e 200 chilometri di costa, dove ci sono barriere coralline e vulcani spenti a pelo d’acqua. Il primo dovrebbe aprire nel 2022. Mete balneari dove le donne potranno fare il bagno in bikini e si potrà bere una birra? «Immagino ci saranno deroghe, perché sono luoghi lontani dalla società tradizionale, ma coi Sauditi nulla è scontato, è impossibile entrare nella loro testa» dice Massimo Bicciato di La Compagnia del Mar Rosso, operatore specializzato in crociere per sub che, tra 2003 e 2010, ha portato 5000 italiani tra i fondali sauditi di Farasan Banks e Yanbu. Poi Riad, dopo un’apertura nel 2009 ai viaggi di gruppo nell’interno, chiuse a ogni forma di turismo per non contaminare la patria dell’islam.

La barriera corallina dell’Arabia Saudita: il Paese ha la costa più lunga sul Mar Rosso di tutti quelli confinanti e la nascente industria turistica locale conta di attirare visitatori da tutto il mondo in resort di nuova costruzione

I limiti

Il discorso è più complesso per chi visiterà l’interno, dove resteranno proibizioni e codici di comportamento. Fin dall’aeroporto le visitatrici devono coprirsi con l’abaya, la tunica nera che nasconde l’intero genere femminile dalla testa ai piedi e viene «regalata» dal governo all’ingresso nel Paese. Le coppie, anche sposate, in pubblico non devono tenersi per mano, né avere comportamenti confidenziali. I maschi non devono sedersi vicino a una donna saudita, né parlare con lei. È vietato fotografare quando una donna, anche velata, entra nell’inquadratura. Gli uomini non devono indossare calzoncini né canottiere. Cosa c’è da vedere nel Paese custode dell’ortodossia islamica? I siti religiosi di Masjid al-Haram alla Mecca e Masjid an-Nabawi (tomba di Maometto) a Medina restano proibiti agli infedeli. E i villaggi sui monti Asir con le magiche torri di fango in stile yemenita sono off-limits per la guerra nel vicino Yemen.

Le attrazioni

Le attrazioni accessibili sono nel Nord al confine con la Giordania. C’è Hegra, la città nabatea sulla via dell’incenso, la gemella di Petra, con 133 tombe del I secolo d.C. scolpite nella pietra arenaria con colonne, frontoni e capitelli ellenistici: portali sormontati da sculture di aquile, sfingi e serpenti, da merlature in stile assiro e da gradini che salgono al cielo. Patrimonio Unesco, nell’anno in cui fu aperta al turismo Hegra fu visitata da appena un migliaio di persone, tra cui 150 italiani portati da Maurizio Levi, l’unico nostro operatore ad avventurarsi nel rigore saudita. Per ospitarli c’è un solo hotel (con piscina, vietata alle donne) nell’oasi di Al Ula, a 20 chilometri da Hegra ma vicino alla necropoli rupestre di Dedan (VI secolo a.C.) citata nella Bibbia.

Pellegrini alla città santa: i siti religiosi di Masjid al-Haram e Masjid an-Nabawi restano proibiti agli infedeli

Nella stessa zona si trova la Hisma Valley, contigua al giordano Wadi Rum: il deserto di Lawrence d’Arabia. Una plaga con tormentate formazioni di roccia arenaria che s’ergono tra dune di sabbia rossa. Spettacolare, ma l’ennesimo divieto priva delle sensazioni più forti del deserto: le notti stellate, le albe rarefatte. É vietato campeggiare. Qui s’è appagati dal paesaggio ma delusi dall’umanità. Il ruvido fascino dei bedù - gli uomini duri, temprati da ambiente ostile e clima torrido, abituati a fame e sete, narrati Wilfred Thesinger in Sabbie Arabe - è scomparso. I sauditi, viziati dai proventi del petrolio, sgommano su luccicanti fuoristrada, s’abboffano di cibo industriale e delegano ogni fatica agli immigrati.

Lo shopping

Se ne ha conferma a Riad, al Borj Almamlkah, la Torre del Re - un grattacielo di 99 piani che ospita il maggior shopping centre con le boutique dei più celebri stilisti, profumieri e gioiellieri del mondo. Le ricche saudite arrivano a far spesa a bordo d’auto di lusso guidate da autisti filippini. Tra negozi e scale mobili alcune abbassano il velo lasciando vedere i capelli, altre indossano il niqab, il velo che copre anche il viso. C’è un piano riservato alle donne. Tutti gli uomini indossano tunica bianca e kafiah rossa. Se le donne si vestono di nero e gli uomini di bianco, a cosa servono i capi di moda? «Li s’indossa in casa» risponde la guida. La città portuale di Gedda è diversa, cosmopolita col 40% di stranieri, un po’ più rilassata nei costumi. Il suo lungomare è un museo d’arte contemporanea all’aperto e vi sorge la Moschea del Cantante: anche la musica è peccaminosa. C’è un vivace mercato del pesce. Ed è in costruzione un grattacielo di 1000 metri: sarà il più alto del mondo.

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