I primi risultati delle elezioni parlamentari in Iraq spiazzano tutte le previsioni. In testa in sei province su 18 c’è l’alleanza guidata da Moqtada al-Sadr, l’imam sciita oltranzista che ha guidato fra il 2003 e il 2011 l’armata del Mahdi e condotto una sanguinosa guerriglia contro le truppe americane nel Paese. Oggi però Al-Sadr ha rotto con l’Iran e si è avvicinato all’Arabia Saudita. La sua coalizione “In marcia per le riforme” (Saairun), che include sei partiti, compreso quello comunista, ha stravinto a Bassora, è prima a Baghdad, ed è arrivata seconda in altre quattro province.

Al secondo posto c’è la coalizione Al-Fatah, la Conquista, guidata da Hadi al-Ameri, il leader della milizia sciita pro-Iran Monazama al-Badr, e l’uomo scelto da Teheran a tutela dei propri interessi nel Paese. Al-Fatah ha vinto in quattro province ed è seconda il altre otto. Ma è stata sopravanzata dalla lista di Al-Sadr a Baghdad, che da sola assegna 69 seggi su 329. Il calcolo dei seggi finali dovrebbe quindi favorire Al-Sadr, e sarebbe un colpo di scena clamoroso.

Soltanto terza la coalizione Al-Nasr, la Vittoria, del primo ministro Haider al-Abadi, che a questo punto vede vacillare la sua poltrona. Al-Abadi ha vinto in una provincia solamente. I risultati definitivi sono attesi in giornata ma potrebbero slittare a domani in caso di contestazioni. La formazione del nuovo governo deve essere completata entro 90 giorni e nessuna coalizione avrà la maggioranza dei seggi. Saranno necessarie lunghe trattative.

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