Un risarcimento record quello dell’arcidiocesi di St. Paul e Minneapolis negli Stati Uniti che ha annunciato un accordo di 210 milioni di dollari con 450 vittime di abusi sessuali del clero. Si tratta del secondo più grande risarcimento per lo scandalo che ha scosso la Chiesa cattolica degli Usa, dopo quello del 2007 quando l’arcidiocesi di Los Angeles liquidò casi di abuso del clero su 508 vittime pagando 660 milioni di dollari.

La maggior parte dei fondi, circa 170 milioni di dollari, arriverà dalle compagnie di assicurazione, il resto dalle parrocchie, da un fondo pensione e dalla vendita di immobili.

L’avvocato delle vittime, Jeff Anderson, ha detto che i soldi - per un totale di 210.290.724 dollari - andranno in un fondo per pagare i sopravvissuti agli abusi, perpetrati contro minori da diversi sacerdoti nei decenni passati. Durante la conferenza l’avvocato ha anche mostrato la suola delle sue scarpe dove era riportata la frase: «Rise up and claim the truth» («alzati e reclama la verità»).

«Le vittime degli abusi avranno i pagamenti appena il tribunale approverà il piano», ha assicurato da parte sua l’arcivescovo Bernard Hebda, dal 2016 alla guida della diocesi colpita dagli scandali, che nel 2015 ha presentato istanza di fallimento.

Il presule si è detto «grato a tutti coloro che si sono presentati coraggiosamente a denunciare l’accaduto». «La Chiesa - ha aggiunto - vi ha deluso e mi dispiace molto: gli abusi hanno rubato tanto a voi, alla vostra infanzia, alla vostra innocenza, alla vostra sicurezza, alla vostra fiducia e in molti casi, alla vostra fede».

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