L’impegno della Chiesa a difesa del diritto allo studio: dalla parte della Costituzione e della Dottrina Sociale. Sono centinaia, a Roma e in tutte città sedi di Atenei, le residenze universitarie gratuite, gli studentati cattolici e i collegi gestiti da diocesi o Congregazioni religiose maschili e femminili che contribuiscono a rendere effettivo il diritto alla formazione, costituzionalmente garantito e sancito come «fondamentale e inalienabile della persona» dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell’Onu.

Nei giorni scorsi giornali e tv hanno riferito sul percorso di formazione in una di queste strutture cattoliche del nuovo presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dal 1983 studente, poi tutor dei laureandi in giurisprudenza e attualmente membro della commissione scientifica di “Villa Nazareth”, la casa romana per giovani meritevoli e sprovvisti di mezzi economici fondata nel secondo dopoguerra dal cardinale Domenico Tardini, poi divenuto nel 1958 segretario di Stato di Giovanni XXIII.

Sulla scia delle iniziative promosse dopo il Concilio Vaticano II da parrocchie e ordini religiosi, si è progressivamente articolata in ogni regione italiana una rete di strutture qualificate che ospitano e assistono a titolo gratuito studenti nel loro cammino universitario. Nelle Marche, in Umbria e in Toscana, per esempio, molti di questi centri si affiancano ad oratori e gruppi di pastorale giovanile promossi da salesiani, francescani e gesuiti.

«Assistere i giovani nella loro formazione fa parte da secoli della missione della Chiesa – spiega a Vatican Insider il teologo padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi e della rivista “San Francesco patrono d’Italia” -. Nelle fonti francescane il Poverello raccomandava ai suoi frati di restare vicini al cuore dei giovani e ciò per i francescani è rimasto un impegno prioritario e un tratto caratteristico del nostro impegno sociale, in continuità con il settimo, l’ottavo e il nono capitolo della Regola. Sostenere e assistere il percorso formativo dei giovani è il nostro modo di servire il prossimo ed essere presenti nella dimensione sociale».

Luoghi appunto dove, attraverso borse di studio, poter sviluppare i propri talenti e prepararsi ad affrontare il mondo del lavoro, come accade anche nei collegi universitari di merito della Fondazione Rui che, su progetto di san Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, sono in funzione da mezzo secolo a Roma e in altre 13 città italiane, tra cui Milano, Bologna, Genova e Verona. Modelli formativi promossi da istituzioni ecclesiastiche e ispirati all’impegno sociale della Chiesa in un clima di libertà, confronto e respiro internazionale per sperimentare le situazioni e le competenze richieste dai differenti contesti professionali. Sul modello di quanto già sperimentato a sostegno dei giovani dai salesiani e da numerosi altri ordini, anche il futuro cardinale Tardini si pose al termine del conflitto mondiale il problema della formazione dei giovani, dello studio e dell’accoglienza.

Come potevano studiare i più poveri, ma meritevoli? Come potevano sviluppare i talenti ricevuti da Dio anche al servizio degli altri, più poveri di loro? Così inventò “Villa Nazareth” residenza per studenti e giovani a Roma, che poteva essere frequentata tuttavia da ragazzi di tutta Italia. Era la risposta cristiana alla ricostruzione dell’Italia dopo la guerra. Scriveva Tardini nel 1946: «Il popolo ha bisogno di apostoli, cioè di persone intelligenti, colte, virtuose, disinteressate, ricche di iniziative e di spirito di sacrificio, che sentano il desiderio di fare del bene agli altri».

Attualmente gli studenti sono 250. Una parte vive nelle residenze di Roma e altri in famiglie o con altri studenti nelle sedi universitarie regionali. Il collegio è uno di quelli riconosciuti dal Ministero della Pubblica Istruzione e ha convenzioni di collaborazione e scambio con numerose università straniere.

A “Villa Nazareth” sono anche nate numerose vocazioni di sacerdoti e suore. «“Villa Nazareth”, che ha accolto nei trascorsi sessant’anni diverse generazioni di fanciulli e giovani, si propone di valorizzare l’intelligenza dei suoi alunni nel rispetto della libertà della persona, orientata a vedere nel servizio degli altri l’autentica espressione dell’amore cristiano», ha ricordato Benedetto XVI ai membri in un’udienza.

Papa Francesco, nella Cappella delle Benedizioni, ha attribuito a “Villa Nazareth” «il pensiero forte e fecondo, per la dignità della persona umana, per il servizio e per far trovare a ognuno i talenti che il Signore ci ha dato per trafficarli nella vita». E agli ex studenti Papa Bergoglio ha detto: «Ognuno fa il suo lavoretto, fa il suo, ma tutto va avanti per il bene di tutti! Grazie tante per la collaborazione, per il lavoro, per l’appartenenza a “Villa Nazareth” che tanto bene fa alla Chiesa e nella Chiesa».

Nel recente incontro “Esserci per educare le nuove generazioni”, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha richiamato la fedeltà principi della Costituzione. Attraverso il sostegno al diritto allo studio, infatti, «i ragazzi hanno bisogno di essere accolti con cuore paterno e materno, hanno bisogno di essere sostenuti, di essere accompagnati e integrati in tutte le lacune che purtroppo trovano nella loro vita, invece spesso trovano una società che è matrigna, che li strumentalizza per diversi scopi».

La Chiesa, dunque, conferma il suo impegno in tema di educazione. «Educare è il compito specifico della Chiesa, ed educare è alla fine evangelizzare», spiega il presidente dei vescovi italiani, «è il primo compito che abbiamo nei confronti dei ragazzi: la famiglia è spesso molto debole, la Chiesa, in tale senso, è un’alleata qualificata».

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