A Bagheria in Sicilia si è appena inaugurata una mostra dedicata a Moana Pozzi.

Locandine e manifesti dai suoi film.

Titolo “Moana toujours”.

Subito, tanti uomini si sono dedicati con foga a celebrare” Moana”.

Uso le virgolette non per caso.

Tanti uomini coltivano il ricordo di “ Moana”. Molti ne coltivano il culto.

Anche tante donne ricordano e celebrano Moana.

Ma qui le virgolette non ce le metto.

Perchè vorrei provare a dire una cosa che a alcuni uomini non piacerà.

Loro, i maschi, celebrano “Moana”. Una icona.

Il mito della Dea della Bellezza.

La mirabile Donna fiera e festosa della sua carne. La divina Creatura che si é offerta alla pornografia senza sottomettervisi. La Donna come dovrebbero, secondo alcuni, essere tutte le donne. Nuda e offerta ma in modo da non creare disagi intellettuali ai più colti e avveduti e liberal. Cioè una che fa il porno ma siccome lo fa con gioia e per scelta, permette allo sguardo e al pensiero maschile di goderne senza sensi di colpa.

Noi donne vediamo Moana.

La donna.

Non il Personaggio.

Che Moana Pozzi abbia scelto il porno come strumento per affermare la sua libertà, a me pare ormai assodato.

Ma quelli che io credo manchi al punto di vista attuale di tanti uomini su “Moana”, é la capacità ( la disponibilità? Il coraggio?) di vedere Moana.

Senza le virgolette.

Moana è un mistero.

Da donna intelligentissima come era, Moana ha costruito con tenacia il suo mistero.

Più si offriva senza riparo nei film pornografici e nella vita pubblica di foto e interviste, più Moana copriva sè stessa di mistero.

Un ossimoro.

Una contraddizione.

Realizzata.

Il mistero che Moana proteggeva era la sua anima.

Lo dico da romanziera.

Lo dico anche da donna.

Moana si proponeva come l ’ incarnazione della Gioia di Essere Donna . Offriva ,con la sua immagine e con quello che diceva ,questa Gioia agli uomini e alle donne.

Questa Gioia ci arrivava.

Ma mentre tanti uomini si fermavano lì( e ancora lo fanno),a tante donne non sfuggiva il lato oscuro di Moana.

L’altra faccia della sua Gioia.

Che, secondo me, era la infinita infelicitá.

La infinita difficoltá che incontriamo noi donne quando vogliamo essere libere e alla fine non riusciamo a liberarci di quello che ci sta scritto dentro il cuore.

Quello che abbiamo sofferto.

Quello che ci mangia di mancanze.

Quello che nascondiamo dietro il sorriso che regaliamo al mondo.

Quello che non ci riesce di dire.

Moana Pozzi ci ha offerto una dimensione sola.

L’altra l’ha tenuta per sé.

Anche dopo che se nӏ andata.