Attenzione al «fianco sud dell’alleanza» e conferma dell’approccio «del doppio binario» con la Russia, che coniughi «fermezza e dialogo». Al suo primo incontro con Jens Stoltenberg, il norvegese segretario generale della Nato, nel breve incontro con i giornalisti a Palazzo Chigi per rilasciare dichiarazioni alla stampa (senza però consentire domande), il neo premier Giuseppe Conte fissa i punti che interessano al suo governo, in vista del vertice Nato in programma a Bruxelles per l’11 e 12 luglio. Toccando gli argomenti caldi del momento: il rapporto con Mosca, da una parte, e quello con l’area del Mediterraneo, dall’altro.

La settimana scorsa, all’indomani del primo discorso in Parlamento di Conte - quello in Senato per ottenere la fiducia - era stato proprio Stoltenberg a reagire al proposito annunciato di «rivedere» le sanzioni alla Russia, decise come reazione alla crisi ucraina. «Sono importanti per mandare un messaggio chiaro su ciò che la Russia ha commesso in Ucraina», era stata la risposta da lontano. Stamane, alle 9 del mattino, prima che il presidente del consiglio salisse in auto per l’annunciata visita sui luoghi del terremoto, i due hanno avuto modo di parlarne a tu per tu.

«Dopo la crisi ucraina la Nato ha scelto l’approccio del doppio binario: fermezza sui principi e deterrenza contro la loro violazione da una parte, e dialogo dall’altra», ricorda il premier italiano, leggendo da un foglio che un assistente deposita sul suo leggìo poco prima del suo ingresso, «noi confermiamo, siamo fautori di questo approccio», garantisce, chiedendo anche una «più incisiva comunicazione fra vertici militari per evitare malintesi ed escalation». Pienamente nella linea della Nato, dunque, ma ricordando che «la Russia ha un ruolo fondamentale in molti teatri» per cui «senza il suo coinvolgimento è molto difficile se non impossibile raggiungere soluzioni politiche». Stoltenberg prende la parola e rassicura: «Stiamo facendo progressi su entrambi i binari», sia nella fermezza che nel dialogo.

E poi c’è il secondo tema, il fronte sud, il bacino del Mediterraneo da cui arrivano le barche cariche di migranti, argomento quantomai attuale ora che la nave Aquarius, dopo aver salvato 629 persone, aspetta che si sciolga la tensione tra Italia e Malta per capire in quale porto farle sbarcare. Ieri è stato per primo il ministro degli Esteri Moavero Milanesi, incontrando il segretario Nato, a sollecitare l’attenzione dell’Alleanza per il «fianco Sud, da dove provengono importanti sfide, a partire dal terrorismo». Le stesse parole che usa, in mattinata, la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, incontrando a sua volta Stoltenberg.

«Riteniamo naturale che il nostro Paese possa svolgere sempre più un ruolo chiave per la stabilità e la sicurezza del cosiddetto fianco Sud dell’alleanza - dichiara Conte - e su questa regione l’Italia ha chiesto alla Nato di poter essere maggiormente concentrata con i suoi sforzi e la sua attenzione». Per questo, il premier insiste anche perché si arrivi alla «piena operatività» dell’Hub regionale presso il comando Nato di Napoli: cosa che Sotltenberg si augura possa realizzarsi entro il vertice di luglio. Dove verranno prese altre decisioni, annuncia: «Lanceremo una missione di stabilizzazione dell’Iraq per evitare che Isis torni”, oltre a pianificare un aumento del “sostegno ai partner in Medio Oriente e Nord Africa, come la Giordania e la Tunisia». Dopo il G7 dei giorni scorsi e il Consiglio europeo di fine mese, per Conte sarà un altro importante battesimo internazionale.

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