Più di un milione e trecentomila persone sono i rifugiati ospitati dal Regno Hashemita di Giordania, grande quanto un terzo dell’Italia. Il 79 per cento vive nelle comunità urbane o rurali e il restante 21 per cento nei campi. La maggior parte di questi disperati arrivano dalla Siria del dittatore Bashar al-Assad e si sono aggiunti a quanti arrivarono dall’Iraq e ai palestinesi. L’economia del Paese e le sue infrastrutture sono al collasso. La Giordania vive uno dei momenti più critici della sua storia.

Re Abdullah II ha denunciato che “la risposta del mondo è inadeguata, gli aiuti internazionali sono scesi nonostante quanto abbiamo fatto per ospitare i profughi siriani. Nessun piano avrebbe potuto rispondere a queste sfide in modo rapido ed efficace”.

Nella terra del latte e del miele, una ogni 14 persone è un rifugiato. Nonostante questa terribile emergenza, ieri Sua Maestà Rania, Regina di Giordania, ha detto: “Di fronte alla paura e a perdite inimmaginabili, i rifugiati fanno la scelta forzata di correre via e di cercare sicurezza lontano da casa. Non sarà mai troppo tardi per continuare ad impegnarsi per soddisfare queste persone vulnerabili e accoglierle a braccia aperte. No alle porte chiuse!”.