«Credo che ci debba essere una risposta comune a questo problema. Certamente i porti chiusi non sono una risposta. Però la risposta può venire soltanto da una collaborazione tra tutti i Paesi europei». Così il cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, risponde all’agenzia Sir - a margine del simposio “Defending International Religious Freedoom: Partnership and action” in corso a Roma - parlando della questione della gestione dei flussi dei migranti.

«L’Europa dov’è? C’è ancora? E, come si dice, se ci sei, batti un colpo», ha detto Parolin. «Credo che si debba insistere su questo - ha aggiunto - la problematica delle migrazioni è una problematica che esige il coinvolgimento di tutti. Non può essere rigettata sulle spalle di alcuni soltanto ma deve essere assunta responsabilmente da tutta Europa e da tutta la comunità internazionale però sempre in quella linea e in quell’orizzonte di umanità e solidarietà che non può mancare di fronte a questi problemi».

Alla vigilia dell’incontro di Papa Francesco con il presidente francese Emmanuel Macron di domani in Vaticano, il segretario di Stato ha assicurato che la questione migrazioni «certamente sarà uno dei temi che si affronterà» durante l’udienza.

Poi ha rivelato che il Pontefice «tiene molto» alla Giornata di riflessione e preghiera per il Medio Oriente che si terrà il prossimo 7 luglio a Bari. «L’iniziativa parte da lui - ha detto -. Ha cercato di coinvolgere tutti i capi delle Chiese cristiane e di coinvolgerli in un’opera comune a favore della pace, sottolineando il contributo che le Chiese cristiane a livello ecumenico possono portare alla soluzione dei grandi problemi del Medio Oriente, soprattutto dei conflitti e della ricerca della pace».

Il messaggio che si vuole lanciare attraverso l’evento di Bari «è prima di tutto un messaggio di vicinanza e d’incoraggiamento», ha sottolineato il porporato. «Questi cristiani molto spesso hanno bisogno di sentire davvero vicini i loro fratelli e le loro sorelle del mondo intero. A volte, non si possono dare soluzioni immediate, però è importante che sappiano che la loro situazione sta a cuore alle Chiese». Certamente, ha aggiunto, verrà evidenziato anche «il contributo che le comunità cristiane possono portare alla soluzione dei problemi in rispetto dei diritti di ogni persona e di ogni gruppo».

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