Il dialogo interculturale e interreligioso è al centro della riflessione dei giovani che partecipano al quarto Congresso internazionale di Scholas Occurrentes (27-29 giugno), l’iniziativa educativa voluta da Papa Francesco quando già era in Argentina, e durante l’appuntamento un gruppo di ragazzi ha incontrato i rifugiati ospiti di un centro degli scalabriniani a Roma.

La fondazione Scholas Occurrentes è un’organizzazione internazionale di diritto pontificio nata nel 2013 ma ha preso il via 20 anni fa quando Jorge Mario Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires. È presente in 190 paesi con una rete che comprende 446.133 scuole e reti educative di tutte le confessioni religiose e laiche, sia pubbliche sia private. Il suo obiettivo fondamentale è la promozione della cultura dell’incontro per la pace attraverso l’educazione e attraverso anche la tecnologia, l’arte e lo sport. Ogni anno organizza un Congresso internazionale – l’anno scorso a Gerusalemme, il prossimo anno a New York – che quest’anno si svolge nelle Ville Pontificie di Castel Gandolfo con un focus sui migranti e i rifugiati.

In questa edizione un totale sono riuniti esponenti di 71 università pubbliche, private, di varie confessioni religiose e laiche, di oltre 30 paesi dei cinque continenti. In particolare partecipano dodici università spagnole. Una delle novità più importanti di questa edizione è l’incontro internazionale degli studenti, provenienti da Spagna, Israele, Siria, Italia, Brasile e Guinea che - sottolinea una nota - durante l’incontro si stanno concentrando sui problemi dei migranti e rifugiati.

Nel pomeriggio di ieri, in particolare, gli studenti di Sholas Occurrentes hanno fatto visita a Casa Scalabrini 634, un programma dell’Agenzia scalabriniana per la copeerazione allo sviluppo (Ascs onlus) a Roma, in Via Casilina 634, sostenuto dalla Congregazione dei Missionari di San Carlo (scalabriniani) che da 130 anni è al servizio dei migranti e dei rifugiati in 32 Paesi del mondo. «Abbiamo ballato i loro balli, abbiamo ballato i nostri balli, e abbiamo visto con semplicità che è possibile dialogare, scoprendo concretamente il valore dell’intercultura e dell’incontro», ha spiegato nel corso di un meeting point con i giornalisti in Sala Stampa vaticana Alessia Rigon, 20 anni, studentessa universitaria di Padova impegnata nel programma di scambio Intereurisland. All’incontro con i cronisti c’è anche Yusuf I., 22 anni, musulmano nato in Turchia, vissuto in Germania e ora studente in Spagna, e Abd Al-Rahman Duqmaq, siriano che ha lasciato Damasco sette anni fa, ha studiato in Libano e ora è in Italia: «Continuare a studiare può essere difficile, ma per fortuna c’è chi ti tende la mano», ha detto.

Monsignor Angelo Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha spiegato durante il meeting point che Papa Francesco ha chiesto di «conoscere, accompagnare e aiutare a sviluppare» questo progetto e ha sottolineato l’«originalità» di un approccio che mira a «lavorare nelle periferie non con gli strumenti classici, l’aula, il banco, il libro, ma con strumenti diversi, la musica, l’arte, lo sport e anche le tecnologie». L’arcivescovo ha presentato l’ultimo numero della rivista del Dicastero vaticano, Educatio catholica, dedicata integralmente a Scholas Occurrentes con la raccolta degli atti dei primi tre Congressi internazionali. L’iniziativa, ha detto ancora Zani, «propone un modello educativo aperto a tutti e abbatte i muri tra istituti cattolici e non cattolici». Il presidente José María del Corral ha ricordato tra le aree di attività della fondazione il gioco del calcio e quella della boxe, con il sostegno di sportivi famosi, e tra i Paesi in cui essa è attiva c’è anche Haiti.

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