Guardia d’onore, tappeto rosso e saluti di Stato. Così è iniziata ieri, 27 luglio, la visita ufficiale in Montenegro del cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin nella Villa Gorica, sede ufficiale del governo a Podgorica. Dopo il colloquio privato con il premier Dusko Markovic, il cardinale ha annunciato che è stata concordata l’apertura di una sede stabile della Nunziatura apostolica in Montenegro. Attualmente il nunzio nel Paese, monsignor Luigi Pezzuto, rappresenta la Santa Sede anche in Bosnia-Erzegovina e nel Principato di Monaco.

«Questo passo – ha spiegato Parolin, come riferito dal Sir – aiuterà a far progredire il cammino condiviso a favore del bene di entrambe le parti nell’armonia dell’unità e della solidarietà». Il Segretario di Stato ha ringraziato poi il premier Markovic per «il rispetto dimostrato alla comunità cattolica che pur di ridotte dimensioni numeriche, ha dato e intende continuare a dare il suo contributo al servizio dell’intera società. In particolare – ha aggiunto – è impegnata a proseguire in dialogo fraterno con l’ortodossia come anche avere rapporti cordiali con gli appartenenti all’islam e altri gruppi religiosi del Paese».

A margine dell’incontro a Podgorica, il porporato ha sottolineato inoltre che: «L’impegno più volte ribadito dell’Ue nei confronti dei Balcani occidentali è un segnale positivo che si spera che nel vertice in programma in questi giorni si rafforzi ulteriormente. L’Ue non è soltanto un sistema economico o giuridico ma è soprattutto un progetto di pace e una comunità di principi e valori».

«Entrandone a far parte, come auspico vivamente – ha proseguito il cardinale – il Montenegro potrà offrire un apporto proprio come modello sociale in grado di salvaguardare l’identità religiosa e culturale dei suoi cittadini e promuovere la convivenza interetnica e interreligiosa, la riconciliazione e la pace come anche sostenere il rispetto dell’ambiente che è la nostra casa comune». Parolin ha detto inoltre di aver appreso con piacere dell’aggiornamento della legislazione locale volto a «promuovere maggiormente la libertà religiosa indivisibile da ogni altra libertà».

Da parte sua il premier montenegrino Markovic invece ha valutato la visita del più stretto collaboratore del Papa come «possibilità per rafforzare i legami con la Santa Sede” ma anche come “una premessa di un’eventuale visita di Papa Francesco la cui missione di pace e riconciliazione apprezziamo molto».

A pranzo il cardinale ha incontrato anche il presidente della Repubblica Milo Djukanovic. La sua visita prosegue con l’incontro con il clero di Antivari (Bar), nella parrocchia dei francescani a Tuzi nel pomeriggio e, domani, con la messa nella nuova cattedrale di San Pietro e la tappa a Cattaro (Kotor) dove presiederà la liturgia nella cattedrale San Trifone. Sabato 30 giugno, Parolin si sposterà pii in Serbia, dove a Belgrado incontrerà il patriarca serbo ortodosso Irinej e avrà colloqui con il presidente Aleksandar Vucic, la premier Ana Brnabic e il ministro degli esteri Ivica Dacic.

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