È vitale rispettare le Convenzioni sui diritti umani e il diritto internazionale umanitario. Così si può anche impedire che i terroristi usino abusi e violazioni dei diritti umani come pretesti per le loro atroci azioni. È quanto ha affermato ieri a New York l’osservatore permanente della Santa Sede presso le nazioni unite, Bernardito Auza, intervenendo alla conferenza dell’Onu incentrata sull’anti-terrorismo. Sottolineando come, per contrastare le minacce contro la pace e la sicurezza, sia cruciale - oltre al ruolo guida delle Nazioni Unite - il coordinamento tra gli Stati, l’arcivescovo ha ricordato nel suo intervento - riportato da Vatican News - che la Santa Sede si impegna attivamente con i leader di altre religioni per prevenire l’incitamento a qualsiasi forma di radicalizzazione.

Durante la conferenza promossa dall’Onu, rappresentanti di istituzioni internazionali e della società civile hanno discusso, in particolare, su come migliorare la cooperazione tra gli Stati per arginare il terrorismo. Per Auza, una delle chiavi per combattere questa piaga è l’integrazione sociale: si devono affrontare, in primo luogo, i problemi delle comunità «più a rischio di radicalizzazione», dove possono attecchire ideologie fondamentaliste e processi di reclutamento. È dunque fondamentale, ha detto, il coinvolgimento della società civile che può stimolare i governi a rispettare i diritti umani. Per impedire che individui o gruppi possano diventare terroristi si devono anche utilizzare risorse e strumenti giuridici adeguati.

Un altro fattore chiave indicato dal delegato vaticano presso le Nazioni Unite, è il coinvolgimento delle popolazioni locali. Gran parte del successo o del fallimento delle strategie anti terrorismo - ha sottolineato - si basa infatti su iniziative locali. In questo senso, i governi - sono in prima linea nel promuovere strategie contro il terrorismo e nel mobilitare, in particolare, i giovani contro questa piaga.

Secondo monsignor Auza, inoltre, per contrastare il radicalismo si devono promuovere politiche che favoriscano l’occupazione e migliorino le proposte formative e, al contempo, garantire la libertà di espressione e la possibilità di manifestare il dissenso attraverso forme democratiche per evitare che si diffondano odio e violenza.

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