A capo dell’associazione a delinquere dedita all’usura e alle estorsioni c’era Mario Licenziato, noto criminale, che non solo aveva rapporti con il clan dei Casamonica, ma anche con la Camorra e con il noto boss Michele Zaza, detto «ù pazzo».

Sono finite in manette 9 persone accusate di far parte di una banda di usurai che ha minacciato e picchiato imprenditori e commercianti ai quali applicavano tassi di interesse 570%. I finanzieri del Gico, coordinati dalla Dda della procura di Roma, hanno anche sequestrato beni e società per un valore di 11 milioni di euro. Le indagini della Finanza del colonnello Gerardo Mastrodomenico hanno rivelato come la famiglia Licenziato (Mario e i figli Mauro e Gianluca), grazie alla disponibilità di ingenti capitali, fosse dedita a sistematiche e abusive operazioni di finanziamento nei confronti di un’ampia platea di imprenditori in gravi difficoltà economiche.

Ad aggravare lo stato di sudditanza psicologica delle vittime contribuiva il profilo delinquenziale dei capi, Mario Licenziato ed il figlio Mauro: entrambi di origine campana, ma trapiantati nel comune di San Cesareo, periferia sud della Capitale, oltre ad avere collegamenti - per il tramite del sodale Elvis Hudorovich, detto Giovanni «lo Zingaro» - con esponenti del clan dei Casamonica, sono stati indicati da alcuni collaboratori di giustizia come appartenenti ovvero contigui ad ambienti della criminalità organizzata partenopea.

In particolare Mario Licenziato è stato citato quale soggetto organico alla «Nuova Famiglia», capeggiata dal noto Zaza, storico «cartello di famiglie della camorra» nato in contrapposizione alla «Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. In proposito, le indagini del Gico hanno confermato che Mario Licenziato era in contatto diretto con Pasquale Zaza, nipote di Michele «ù pazzo, con il quale ha condiviso importanti progettualità «imprenditoriali».

L’operazione - denominata «Terza età» in quanto uno dei settori di reinvestimento dei proventi illeciti dell’organizzazione criminale era rappresentato dalle «strutture protette per anziani» - trae origine da un’indagine del 2017 sempre coordinata dell’aggiunto alla Dda Michele Prestipino che portò alla cattura, tra gli altri, di Massimo Nicoletti, figlio del noto Enrico, storico cassiere della Banda della Magliana. Inoltre sono in corso 30 perquisizioni in provincia di Roma, Latina e Napoli, con l’impiego di oltre 150 uomini della Gdf.

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