Monaco di Baviera, provincia di Pechino. Anche se emisferi, poli ed equatore sono ancora al loro posto, a essersi spostati sono i punti cardinali dell’industria automotive. Quelli di BMW in primis: la casa tedesca, infatti, investe in Cina e sulla Cina per la mobilità del futuro, sia quella tradizionale dei motori endotermici, sia quella a emissioni zero. Senza scordarsi della guida autonoma, ci mancherebbe.

Lo dimostra una serie di accordi stretti nei giorni scorsi fra BMW e aziende cinesi. In particolar modo la casa dell’Elica è interessata all’approvvigionamento delle batterie per le proprie auto elettrificate di oggi – ibride e plug-in – e per quelle totalmente elettriche di domani: per questo BMW è pronta a firmare un accordo miliardario con la cinese Contemporary Amperex Technololy, alias Catl.

BMW investirà nel nuovo polo produttivo Catl di Erfurt (Germania): parte delle batterie delle vetture elettrificate BMW arriveranno da qui, mentre la restante porzione sarà “Made in China”. Nei prossimi anni la marca tedesca ha in programma di acquistare accumulatori Catl per un valore di 4 miliardi di euro, di cui 1,5 direttamente nelle batterie fatte a Erfurt.

Nel frattempo BMW preme l’acceleratore sulla partnership con la cinese Brilliance: il sodalizio industriale, che produce due terzi delle vetture bavaresi vendute nella Repubblica Popolare, è ormai in piedi da tre lustri. Con una pioggia di nuovi investimenti, la joint-venture incrementerà la propria capacità produttiva nelle fabbriche di Tiezi e Dadong: l’obiettivo è di arrivare a una “potenza di fuoco” di oltre mezzo milione di veicoli l’anno a partire dal 2019. Non è tutto: dal 2020, anche la nuova BMW iX3 elettrica sarà assemblata in Cina per poi essere esportata in altri mercati.

Inoltre, BMW ha rimesso in piedi la collaborazione con Baidu – il Google cinese – per lo sviluppo di veicoli a guida autonoma: un accordo c’era già, ma era stato interrotto circa due anni fa. Tuttavia il “ritorno di fiamma” passa per l’ingresso di BMW nel consiglio di amministrazione di Apollo, la piattaforma open-source creata da Baidu nel 2017 per far progredire velocemente la tecnologia del pilota automatico per auto.

In un anno Apollo ha raccolto quasi 120 partner globali del settore automotive e hi-tech: numeri che, probabilmente, hanno spinto i bavaresi a tornare sui loro passi, anche alla luce dell’accordo già in essere con Baidu per lo sviluppo dei veicoli connessi. Immutata, invece, l’alleanza per la guida autonoma fra BMW, FCA e Mobileye.

Altra joint-venture dagli occhi a mandorla è quella siglata con Great Wall – un nome, un perché – che permetterà a BMW di assemblare auto elettriche a marchio Mini direttamente in Cina, nella provincia dello Jiangsu, a nord di Shanghai (Mini appartiene a gruppo BMW dal ’94). La proprietà del nuovo soggetto industriale, denominato “Spotlight Automotive Limited”, sarà condivisa al 50% fra le due aziende. Nel medesimo stabilimento saranno costruite pure le EV di Great Wall.

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