Padre Paul Ogalo, sacerdote kenyota della Chiesa cattolica di St. Monica, nella diocesi di Migori, regione sud-occidentale del Kenya, è un prete double face. La mattina lo si vede vestito con i consueti abiti ecclesiastici per la messa domenicale, il pomeriggio il suo stile si avvicina più a quello di rapper americani come 50Cent o Sean Paul. Pantaloni corti, canotta, bandana rossa, ma soprattutto tanto hip-hop. Padre Ogalo, infatti, ha deciso di provare a fermare l’emorragia di giovani dalla parrocchia iniziando a rappare passi del Vangelo e preghiere. 

Molte delle nuove denominazioni cristiane in Africa, evangeliche in primis, usano la musica per attrarre un maggior numero di fedeli soprattutto giovani. Una pratica che ha portato molti cristiani ad abbandonare i rituali più tradizionali della Chiesa cattolica. Per questo motivo padre Ogalo, conosciuto dai giovanissimi come “Padre Masaa”, si è inventato l’evangelizzazione in stile rap per far sopravvivere la sua congregazione e per tentare di tenere lontani i ragazzi dall’uso di droghe e alcol. «Uso il rap per portare i giovani in Chiesa e per farli avvicinare a Cristo,» ha detto il sacerdote kenyota ad un’emittente radiofonica locale. 

Un atteggiamento, però, non apprezzato dai vertici della Chiesa cattolica kenyota che ha deciso di sospenderlo. «L’uso della musica rap non è permesso come strumento di predicazione, per questo motivo abbiamo deciso di sospendere per un anno padre Ogalo», ha commentato il vescovo Philip Anyolo, responsabile della diocesi di Migori. Immediata la reazione della popolazione sia online che off-line. Molti hanno accusato i vertici ecclesiastici di usare metodi «dittatoriali» e di aver paura di essere oscurati dalla popolarità del prelato. Secondo molti dei parrocchiani la Chiesa si dovrebbe aggiornare ed iniziare ad usare altri strumenti di diffusione evangelica attraverso tv e smartphone.

Secondo la Conferenza episcopale kenyota sono 7,5 milioni i cattolici battezzati in Kenya su una popolazione complessiva di 48 milioni di persone, ma il numero di fedeli negli ultimi anni è in declino a causa della nascita delle Chiese cristiane evangeliche che hanno un grande appeal soprattutto nella giovane popolazione delle aree più disagiate del Paese. Il fenomeno dei preti rapper si sta diffondendo non solo in Africa ma anche in altri Paesi. A partire dalla cattolicissima Polonia, dove padre Jakub Bartczak ha coinvolto i giovani della sua parrocchia per realizzare veri e propri video hip-hop. Ma anche negli Stati Uniti, dove padre Joshua Johnson della diocesi di Baton Rouge in Louisiana, è riuscito grazie al suo talento rap a riunire oltre 600 giovani venuti per ascoltare il suo “Vangelo rap”.

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