Nella minuscola cappella, padre Isacco tiene sempre accesa una candela. Rappresenta la vita che brilla e, consumandosi, regala luce. Da 21 anni lui vive nel silenzio dei monti liguri, sul filo che li separa dai boschi cuneesi. Eremo di Nostra Signora del Cielo, a Case di Nava, frazione di Pornassio: dietro ha le Alpi Marittime, davanti il mare. Al piccolo casolare di pietra recuperato, con accanto la chiesetta per la messa, si arriva percorrendo la sterrata dopo i Forti di Nava. In mezzo al verde che allontana dalle voci del mondo. Fino al crocifisso di legno.

In casa il sacerdote tiene i libri. Fuori, l’orticello curato per i beni di ogni giorno. Un’esistenza lontano dalla gente, ma sempre disponibile a una benedizione, una preghiera e una riflessione per i fedeli che, sovente, lo vanno a trovare. Ora, però, la situazione è destinata a cambiare. Perché il mondo sereno dell’eremita è stato scosso dall’insediamento, poco lontano, di alcuni margari. Con cani e greggi che, oltre a disturbare il silenzio, avrebbero anche creato danni all’orto e alla capanna. Un problema già segnalato anche ai carabinieri.

«Una persona mite»

In paese e nei dintorni, la gente considera l’eremita «una persona speciale, mite, buona, illuminata, che va d’accordo con tutti». E la sua partenza, ormai imminente, è fonte di rammarico, anche se il nuovo eremo sarà poco lontano, a Lavina di Rezzo, altra comunità dell’entroterra tra Cuneo e Imperia.

Padre Isacco, 57 anni, originario di Voghera, in provincia di Pavia, non desidera parlare. Lo fanno gli altri. Dice il sindaco di Pornassio, Emilio Fossati: «È qui da tanti anni, un buon riferimento soprattutto per i giovani. Calmo, tranquillo. Peccato vada via. Ma ho parlato con il vescovo».

Il progetto era che il padre a Lavina adattasse la cappella di San Colombano, dove si arriva per un tratto in auto e poi in mulattiera. «Però - continua Fossati - temiamo si crei un caso con la Soprintendenza. Ora, invece, si pensa alla zona della cappella di San Sebastiano, sempre del Cinquecento, ma con un pianoro accanto. Potrà allestire una capanna. O, magari, qualcuno gli donerà un prefabbricato che, non essendo fisso, non costituirà un problema».

«Lo aiuteremo»

Anche don Sandro Decanis, vicario di Pieve di Teco, è di poche, ma decise parole: «Padre Isacco è un bravo sacerdote, che vive della Divina Provvidenza. Lo aiuteremo senz’altro».

Lo stesso sottolinea Guglielmo Borghetti, vescovo di Albenga-Imperia: «Per il nuovo Codice Ecclesiastico va annoverato tra gli eremiti diocesani. È un uomo di pace e amore. Spero che resti vicino a noi: abbiamo bisogno di lui».

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