Dopo diversi tentativi la parrocchia di Domodossola ce l’ha fatta: si è conclusa nei giorni scorsi la vendita di villa Seiler. Non molto distante dal centro, la storica dimora ottocentesca tornerà a nuova vita. La parrocchia intorno agli Anni Sessanta aveva ricevuto in donazione l’edificio che si trova in via Dalla Chiesa, a pochi passi dall’ospedale. Per renderlo utilizzabile però sarebbe stato indispensabile un intervento di ristrutturazione con soldi che la parrocchia non ha. Al contrario di risorse ne ha bisogno per altri lavori e da qui è arrivata la decisione di mettere in vendita l’edificio.

Ora tornerà a vivere una villa che durante la Seconda guerra mondiale fu anche sede dei partigiani di Alfredo Di Dio. «Siamo davvero soddisfatti di questo risultato - afferma il parroco don Vincenzo Barone -, erano anni che la villa era sul mercato ma non eravamo mai riusciti a venderla. Ora le trattative si sono concluse: 500 mila euro l’importo con cui ci siamo accordati, soldi che ci verranno dati in diverse tranche. Ad acquistare la villa sono stati i proprietari dell’hotel Emiliana a Villadossola. So che una volta ristrutturata ne faranno una struttura ricettiva».

La villa in stile neoclassico era stata costruita da Giovanni Seiler, un mercante di vini. Poi passò alla famiglia di Arturo Dell’Oro e durante la Seconda guerra mondiale fu utilizzata dai partigiani del comando guidato da Di Dio. In tempi più recenti è stata usata come scuola e poi ha accolto i laboratori della cooperativa di Casa don Gianni, prima che si trasferissero alle Nosere. La villa è di 1.150 metri quadri divisi su tre piani; all’esterno c’è anche un parco dove si trovano le vecchie scuderie.

«Sistemiamo l’oratorio»

Con questa vendita la parrocchia andrà a intervenire sull’oratorio, anche se inizialmente si era pensato alla pavimentazione della collegiata.

«Sì, anche quello è un lavoro necessario ma non è ancora il momento - spiega don Barone -. L’oratorio invece ha assoluto bisogno di una generale sistemata e messa in sicurezza. Partiremo dall’ascensore per i disabili per poi proseguire con altri interventi».

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