Israele ha messo in salvo 800 “Caschi Bianchi”, i volontari della cosiddetta Difesa civile siriana. L’operazione è stata condotta al posto di frontiera fra Quneitra e le Alture del Golan. I volontari sono stati portati in territorio israeliano e poi in Giordania L’esercito israeliano ha confermato l’operazione di salvataggio. “Su richiesta degli Stati Uniti e di Paesi europei – ha precisato in un comunicato – le forze armate hanno portato a termine uno sforzo umanitario per mettere in salvo i membri della Difesa civile siriana”.

Anche la Giordania ha collaborato

“I civili – continua il comunicato – sono stati evacuati da una zona di guerra del Sud della Siria a causa dell’immediato pericolo per le loro vite. Il trasferimento effettuato attraverso Israele è un eccezionale gesto umanitario ma Israele continua a mantenere la sua posizione di non-intervento riguardo il conflitto in Siria”. Anche la Giordania ha confermato di aver autorizzato il passaggio degli 800 siriani sul suo territorio per “il trasferimento in Paesi occidentali”.

Trasferiti in Occidente

Secondo indiscrezioni di media americani e tedeschi, i “Caschi Bianchi” saranno trasferiti in Germania, Olanda, Gran Bretagna e Canada, dove otterranno lo status di rifugiati. I “Caschi Bianchi” sono il volto più mediatico, ma a volte controverso, dell’opposizione al regime di Bashar al-Assad. In questi anni hanno operato nelle aree controllate dai ribelli e soccorso migliaia di persone vittime dei raid.

Le accuse del regime

I “Caschi Bianchi” hanno denunciato le violazione dei diritti umani e i crimini di guerra delle forze governative, in particolare l’uso di armi chimiche. L’ultima denuncia però, l’uso di cloro e gas nervini a Douma, nella Ghoutha orientale, non ha trovato riscontro nell’indagine condotta dall’agenzia Opac dell’Onu. Damasco accusa i “Caschi Bianchi” di essere al servizio dei gruppi ribelli, anche islamisti.

In trappola Quneitra

Per questo gli 800 volontari sono fuggiti dalle zone man mano riconquistate dall’esercito nelle province di Daraa e Quneitra, finché si sono trovati intrappolati nella città di Quneitra. Ieri pomeriggio anche Quneitra si è arresa e nella notte è scatta l’operazione di salvataggio. I “Caschi Bianchi” rischiavano di essere arrestati e torturati dalle forze governative, in quanto considerati “terroristi”.

Trump taglia i fondi

La cosiddetta Difesa civile siriana è stata finanziata in questi anni proprio da Stati Uniti, Gran Bretagna e altri Paesi europei, gli stessi che hanno deciso di accogliere i volontari. Donald Trump ha però tagliato quest’anno la maggior parte dei 200 milioni di dollari previsti. E gli Stati Uniti non accoglieranno rifugiati dalla Siria proprio per le leggi volute da Trump che limitano l’immigrazione da “Paesi a rischio”.

Intesa Francia-Russia

I Caschi Bianchi sono ora presenti in un piccolo spicchio di Siria nel Nord Ovest, ma privi di gran parte dei mezzi finanziari. Con la resa di Daraa ai ribelli resta soltanto la provincia di Idlib, dove sono sotto tutela turca, non si sa fino a che punto protetti da un eventuale attacco del regime. E anche la Francia sembra essersi allineata all’intesa fra Trump e Vladimir Putin. Ieri è partito da Chatearoux un aereo da trasporto russo con 44 tonnellate di medicinate destinate alla Ghoutha orientale. La prima collaborazione di questo genere fra Parigi e Mosca.

Coordinamento Israele-Russia

Anche l’operazione di salvataggio dei “Caschi Bianchi” ha visto la collaborazione della Russia. L’evacuazione è stata concordata in una telefonata fra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e Putin e poi fra il ministro della difesa israeliano Avigdor Lieberman e il suo omologo russo Sergey Shoygu. Putin e Netanyahu si sono incontrati dodici volte in meno di due anni per coordinare le operazioni in Siria, dove l’aviazione israeliana colpisce obiettivi iraniani senza opposizione da parte delle forze aeree e missilistiche russe. Putin ha promesso una fascia al confine con Israele profonda 80 km “senza presenza iraniana”.

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