All’inizio era la semplice curiosità del turista. Poi alla curiosità Massimo Lanteri, omegnese di Agrano, sostituì la passione per la fotografia all’amore per l’arte fotografica. «C’è un momento nella vita in cui scopri che il cielo è diverso in ogni angolo della Terra, sono diversi i colori e le persone - racconta -, ogni volta che catturi un’immagine portandola con te ti rendi conto che qualcosa di tuo è rimasto in quei luoghi fotografati».

Così è nata la mostra «Reportrait», allestita nella sala delle collezioni al Forum: il fotografo giramondo racconta i volti delle persone incontrate in quasi trenta anni di amore per la fotografia.

«Non avevo mai pensato a una mostra con le mie immagini - ammette Lanteri -, poi ho visto che dietro ogni scatto, soprattutto dietro un volto, c’è l’anima di una persona, la sua storia e la storia del Paese in cui vive. Ho pensato a una esposizione non per me, ma per loro. Un modo per restituire a queste persone le emozioni che mi hanno dato». Già il nonno di Lanteri fotografava i turisti alle Isole Borromee. Le sue immagini invece sono di persone incontrate in India, al confine con il Pakistan, in Africa, soprattutto Congo, Etiopia, Ghana, Benin.

La preparazione

«Fotografare significa viaggiare e così si impara a conoscere luoghi diversi - conclude l’artista della macchina fotografica - e a ogni viaggio bisogna arrivare preparati, cioè studiando. Poi quando sei sul campo accade quel che accade perché non tutto si può pianificare. Ecco perché la mia reflex è sempre accesa». Ciò gli ha permesso di cogliere istanti di vita irripetibili. In Etiopia, ma questo è solo un esempio, i piattelli giganteschi nel labbro inferiore delle donne, rarissimi da vedere di quelle dimensioni, o gli inimitabili sorrisi dei bambini in Pakistan i cui occhi raccontano di una bellezza interiore, di una armonia e di una cultura che hanno saputo resistere alla globalizzazione.

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