«Una pagina di vergogna per la nazione italiana». Così la Presidente del Senato Elisabetta Casellati, ha ricordato le leggi razziali a 80 anni dalla loro emanazione, nella sua prima visita ufficiale alla Comunità Ebraica di Roma. Ad accoglierla nella grande Sinagoga il Rabbino Capo Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità di Roma Ruth Dureghello, e la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.

«Il danno che fu apportato alla cultura del nostro Paese da quella pagina ignobile fu incalcolabile. – ha ricordato la Presidente Casellati- Ottant’anni fa, nel luglio del ’38 iniziò l’espulsione da tutte le scuole italiane. L’offensiva contro gli ebrei si spostò quindi all’interno della burocrazia ministeriale ed investì poi le stesse libere professioni. La patria inizia a morire e va verso la rovina proprio in quei giorni di luglio con l’approvazione di leggi estranee alla storia nazionale dello Stato italiano, alla sua ispirazione risorgimentale e al costume stesso degli italiani». Citando Benedetto Croce, che definì le leggi razziali “negazione degli ideali di libertà e di umanità” e Giovanni Spadolini che da presidente del Senato ricordò come “il riscatto della patria coincise col no risoluto ad ogni razzismo comunque mascherato e comunque dissimulato”, la Presidente Casellati ha sottolineato l’impegno del Senato contro ogni forma di discriminazione, e il contributo dell’ebraismo italiano alla vita del Paese. Così ha voluto ricordare Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea costituente, «figura fondamentale nella costruzione dell’architettura democratica repubblicana».

Unite le voci dei rappresentati delle istituzioni ebraiche nel ricordare che oggi in Senato siede la sopravvissuta alla Shoah Liliana Segre, e nel chiedere alla Presidente Casellati di proseguire nella lotta all’antisemitismo e all’intolleranza. «La differenza culturale dell’ebraismo italiano per questa nazione rappresenta una grande ricchezza. -ha detto il Rabbino Capo Di Segni - e noi siamo grati alle istituzioni perché la coltivano». Dureghello ha poi chiesto impegno nel miglioramento della qualità del dibattito politico. «Che questo sia sempre inclusivo e rispettoso, - ha detto Dureghello - al fine di ottenere un dialogo sano in una società matura che non debba più incorrere nei rischi e nei pericoli di ottant’anni fa». Infine l’invito di Noemi Di Segni ad aderire alla definizione dell’IHRA ( The International Holocaust Remembrance Alliance) sull’antisemitismo e ad «impegnarsi affinché ogni legge risponda non solo al rigoroso criterio della legalità formale, ma che sia frutto di un impegno di tutti noi a promuovere vita e progresso per l’umanità».

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