Nel giorno dell’addio a Sergio Marchionne, Fca rende noti i conti del secondo trimestre 2018: è arrivato l’atteso azzeramento del debito industriale, anticipato dallo stesso Marchionne il primo giugno durante la presentazione del piano per i prossimi cinque anni. I conti registrano una liquidità netta pari a 456 milioni di euro. Questo risultato, commenta una nota dell’azienda, rappresenta «una pietra miliare per il gruppo». È anche il segno tangibile dell’eredità lasciata dal manager che per 14 anni ha guidato Fiat, trasformandola in Fiat-Chrysler.

Il secondo trimestre 2018 si chiude con un utile netto adjusted (ovvero calcolato senza tener conto delle partite straordinarie) pari a 981 milioni di euro, in calo del 9% (il dato è stabile a parità di cambi di conversione) e un utile netto a 754 milioni di euro in diminuzione del 35% (-26% a parità di cambi). Nel primo semestre dell’anno il gruppo ha registrato un utile netto di 1,775 miliardi di euro, in linea con gli 1,796 miliardi raggiunti nello stesso periodo dell’anno scorso.

Leggi anche - Il piano presentato da Marchionne a Balocco il primo giugno 2018

È toccato all’ad Mike Manley rendere tangibile l’assenza di Marchionne, guidando l’abituale botta e risposta con gli analisti sui conti. «Marchionne - ha esordito - aveva detto che sarebbe stato un trimestre difficile ed è stato così. Ma ci sono stati anche elementi positivi». Oggi è il momento per guardare avanti e le idee non mancano. Ancora Manley: «La sfida più grande è in Cina, dove per noi è molto importante il riposizionamento di Jeep». Visto l’andamento del mercato americano anche la creazione di una divisione finanziaria negli Stati Uniti è un tassello importante della crescita futura. Il progetto era già avviato, ha spiegato l’ad, e non sarà modificato con il cambio al timone.

Quanto all’uscita del responsabile delle attività europee Alfredo Altavilla «non credo che impatterà sulla nostra strategia», ha detto Manley: la notizia è stata accolta «con dispiacere», il sostituto verrà designato «nel prossimo futuro». L’essenziale è che Fca possa continuare «a essere una società solida e indipendente», come Manley ha detto in risposta a chi gli ha chiesto di possibili piani di alleanze. In Fca «restiamo pronti a essere flessibili, perché le cose cambiano, ma come sapete il mio mandato è portare a termine, con successo, un piano quinquennale. La porta resta aperta», si possono «avviare collaborazioni sulle componenti».

Resta confermato l’obiettivo di chiudere il 2018 con un utile di 5 miliardi, ma l’azienda ha abbassato l’asticella degli altri obiettivi per quest’anno: ricavi netti a 115-118 miliardi di euro (da circa 125), Ebit a 7,5-8 miliardi (da 8,7), liquidità netta industriale a circa 3 miliardi (da 4). «Era necessario farlo - ha spiegato Manley -, siamo sempre molto trasparenti con il mercato. Restano invece confermati tutti gli obiettivi che ci siamo posti con il piano industriale al 2022», quello presentato da Marchionne il primo giugno scorso, con l’annuncio di 45 miliardi di investimenti complessivi, nove dei quali per l’auto elettrica.

La reazione dei mercati

Le consegne globali complessive di Fca nel trimestre sono pari a 1.301.000 veicoli, in crescita del 6% grazie soprattutto all’accelerata sui mercati americani (Sud e Nordamerica). I ricavi netti sono pari a 2 miliardi di euro, in aumento del 4%, l’Ebit adjusted è pari a 1.655 milioni di euro, in calo dell’11% (-3% a parità di cambi) con il margine in calo al 5,7%. In Borsa il titolo è sceso in picchiata non appena il gruppo ha diffuso la trimestrale: la quotazione del titolo Fca, piatta all’annuncio della morte di Sergio Marchionne, è finita in asta per eccesso di calo. A fine giornata ha chiuso in ribasso del 15,5%, a 13,99 euro, ai minimi dall’ottobre 2017. Male anche Exor (- 3,49%), Ferrari (-2,19%) e Cnh (-0,27%). .

Prima della conference sui dati Manley ha anche dedicato un ricordo all’uomo Marchionne: «È un momento molto triste e difficile, una notizia straziante. Era un uomo unico e ci mancherà. Ho trascorso nove anni parlando con Sergio ogni giorno e il mio cuore è spezzato. Il rapporto tra noi era basato sulla trasparenza, sulla focalizzazione sugli obiettivi e, cosa più importante di tutte, sul rispetto». Il direttore finanziario Richard Palmer, con Manley per presentare i numeri della trimestrale si è detto «molto grato» per aver potuto lavorare al fianco di Marchionne.

I commenti dei lettori