Papa Francesco ha ricevuto oggi in Vaticano Marinette Silva, madre dell’attivista brasiliana Marielle Franco assassinata lo scorso 14 marzo all’età di 38 anni. Sociologa, catechista, consigliera comunale di Rio de Janeiro con il Partito socialismo e libertà, la giovane donna era in prima linea nella difesa dei diritti umani e nella denuncia dell’uso della violenza da parte delle forze dell’ordine brasiliane nelle favelas. È stata assassinata insieme al suo autista, Anderson Pedro Gomes, con colpi di arma da fuoco. Non sono ancora stati identificati i responsabili.

Pochi giorni dopo l’assassinio, la figlia 19enne di Marielle Franco ha scritto una lettera al Papa, che gli è stata recapitata da Gustavo Vera, attivista argentino e amico del Pontefice, e Jorge Mario Bergoglio ha telefonato a casa della donna trovando la madre di Marielle, Marinette, che oggi ha potuto incontrare il Pontefice latinoamericano di persona.

«L’incontro è stato molto bello ed emozionante, nonostante il dolore che provo», ha raccontato la donna nel corso di una conferenza stampa ospitata presso la fondazione “Lelio e Lisli Basso” a Roma. Il Vaticano non ha diffuso informazioni su questa udienza di natura strettamente privata. «Ho desiderato molto questo incontro per raccontargli personalmente cosa vivo», ha proseguito Marinette Silva, che ha ribadito il proprio impegno a cercare la verità sull’assassinio della figlia ed ha espresso gratitudine per la generosità di Papa Francesco che ha definito «un vero leader».

Alla conferenza stampa organizzata con l’aiuto dell’associazione “Amigos - Movimento Senza Terra Italia” sono intervenuti anche altri brasiliani che sono stati ricevuti dal Papa insieme alla madre di Marielle Franco e che hanno parlato a Francesco della situazione politica e sociale brasiliana in vista delle elezioni di autunno. La giurista Carol Proner, in particolare, ha riferito di aver spiegato a Bergoglio la crisi del potere esecutivo brasiliano, dopo l’impeachment della presidente Dilma Roussef, e del potere legislativo, scosso dalla corruzione. Una situazione, questa, che apre al potere giudiziario uno spazio eccessivo nel quale - ha detto Proner - con l’aiuto dei mass media «la lotta contro la corruzione diventa una lotta selettiva contro la corruzione che, con finalità politiche, colpisce un candidato alla presidenza (l’ex presidente Luiz Inacio «Lula» da Silva, ndr) che rappresenta non solo un partito (il partito dei lavoratori, ndr) ma un progetto politico opposto a quello che ha portato all’impeachment» di Dilma Roussef e sta portando il Brasile ad «abbandonare il principio della presunzione di innocenza» per colpire i movimenti sociali.

Il Papa, a quanto riferito dalla giurista brasiliana, ha espresso in generale la sua «preoccupazione» per le situazioni nelle quali gli organi di stampa fanno un «processo mediatico» diffondendo una «pubblica calunnia» nei confronti di alcune personalità che vengono poi prese di mira dai giudici, i quali riprendono queste accuse senza il rispetto della legalità. Ragionamento che, peraltro, richiama quanto il Papa disse nel corso di una messa mattutina a Casa Santa Marta lo scorso 17 maggio, quando affermò che «nella vita civile, nella vita politica, quando si vuole fare un colpo di stato, i media incominciano a sparlare della gente, dei dirigenti e, con la calunnia, la diffamazione, li sporcano. Poi entra la giustizia, li condanna e, alla fine, si fa il colpo di stato».

La giurista brasiliana ha ricordato anche che ieri il Papa ha ricevuto l’ex ministro brasiliano Celso Amorim che, come lo stesso Lula ha poi reso noto via social network, ha recapitato all’ex presidente brasiliano tuttora incarcerato un breve messaggio autografo: «A Luiz Inacio Lula da Silva, con la mia benedizione chiedendogli di pregare per me, Francesco».

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