Papa Francesco ringrazia e incoraggia i vescovi del Cile per il «lavoro di riflessione, discernimento e dalle decisioni che sono state assunte» riguardo alla lotta agli abusi. In una breve lettera scritta interamente mano e indirizzata al presidente della Conferenza episcopale, monsignor Santiago Silva, Bergoglio dice di aver «ricevuto e letto con attenzione» il documento “Dichiarazioni, decisioni e impegni dei vescovi della Conferenza Episcopale del Cile” elaborato dai presuli al termine dell’assemblea plenaria straordinaria, convocata proprio per discutere del tema - da mesi incandescente nel Paese - della pedofilia nel clero, e conclusa il 3 agosto scorso nella città costiera di Punta de Tralca.

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«Sono rimasto colpito dal lavoro di riflessione, discernimento e dalle che sono state assunte», afferma il Papa. «Possa il Signore ripagare abbondantemente questa comunità e lo sforzo. «Le decisioni sono realistiche e concrete», sottolinea il Pontefice, dicendosi «sicuro che aiuteranno in modo decisivo in tutto questo processo. Ma ciò che mi ha colpito di più è l'esempio di una comunità episcopale unita nella guida del santo popolo fedele di Dio. Grazie per questo esempio edificante... perché “costruisce” la Chiesa».

«Rimango disponibile e vi accompagno fino a qui» assicura Francesco, concludendo con la consueta richiesta: «Per favore, non dimenticare di pregare per me». 

La lettera scritta a mano dal Papa ai vescovi del Cile

Nel documento in questione, i 32 vescovi del Cile - dei quali si attende di conoscere il destino, dopo le dimissioni presentate in blocco al Papa al termine dell’incontro di metà maggio in Vaticano - parlano di errori, di omissioni, di sottovalutazione e superficialità nella gestione dei casi di abusi, sia dal punto di vista della prevenzione che della trasparenza e del rapporto con la giustizia. 

Chiedendo solennemente perdono a tutte le vittime e riconoscendo «di aver fallito nei loro doveri», i pastori hanno annunciato nuove nomine chiave per la lotta agli abusi e alcuni «compromisos», degli impegni solenni, come quello di rendere agile ed efficace il Protocollo sulla prevenzione degli abusi, di collaborare con il Pubblico Ministero nel fornire informazioni sui preti sotto eventuale indagine, di rinforzare la trasparenza nei confronti dei media e dell’opinione pubblica. Annunciate pure l’apertura di alcuni archivi di denunce, una riformulazione dei tempi di prescrizione legale dei reati, e una maggiore partecipazione dei laici negli ambienti ecclesiali. Il tutto «per raggiungere la verità, la giustizia e il risarcimento» delle vittime e dei sopravvissuti.

Dunque una risposta fattiva, il documento dei vescovi, alle indicazioni fornite dal Papa nella lettera consegnata ad ognuno di loro la sera del 17 maggio 2018, al termine del quarto e ultimo incontro nell’auletta dell’Aula Paolo VI. Nella missiva Bergoglio invitava a «fare, insieme, un franco discernimento di fronte ai gravi fatti che hanno danneggiato la comunione ecclesiale e hanno indebolito il lavoro della Chiesa in Cile negli ultimi anni» e chiedeva di «aderire e collaborare a tutti quei cambiamenti e a quelle risoluzioni che dovremo implementare nel breve, medio e lungo termine, necessarie per ristabilire la giustizia e la comunione ecclesiale». 

 

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