Le forze armate israeliane hanno colpito nella notte «oltre 140 obiettivi di Hamas» e si sono dette pronte «a un’operazione» terrestre nella Striscia di Gaza dopo che ieri sera sei razzi hanno colpito la città di Sderot e ferito 11 persone. Nella notte c’è stata una battaglia di intensità mai vista da anni. L’aviazione ha compiuto decine di raid, ondata dopo ondata, mentre i militanti palestinesi continuavano a lanciare razzi, 150 in tutto, 25 intercettati dal sistema di difesa Iron Dome.

«Non vediamo la fine dell’escalation, ci stiamo avvicinando a una operazione a Gaza», ha commentato questa mattina un ufficiale israeliano: «Hamas capirà nelle prossime ore, come negli scorsi mesi, che questa direzione non è quella che gli conviene prendere». Nei raid sono stati colpiti «una fabbrica di componenti per realizzare tunnel, una galleria di attacco lungo la costa» e sono stati presi di mira leader dell’ala militare di Hamas.

A Sderot nove degli undici feriti sono ricoverati, altri 13 cittadini sono stati trattati per «choc traumatico», mentre il ministero della Salute di Gaza ha detto che tre palestinesi sono rimasti uccisi negli attacchi della notte, compresa una donna incinta e un bambino di 16 mesi. Erano assieme al trentenne Ali Alrandur, uno dei comandanti delle Brigate Ezzedin al-Qassam, l’ala militare di Hamas.

Le forze armate israeliani stanno inviando rinforzi e nuove batterie di Iron Dome. La battaglia è cominciata, come due settimane fa, dopo che alcuni militanti palestinesi avevano sparato su una pattuglia israeliana al confine. Un tank ha reagito e ucciso due combattenti dell’unità di élite Al-Nukhba, le forze speciali delle Brigate Al-Qassam. Hamas ha risposto con il bombardamento di Sderot e l’escalation è diventando incontrollabile. Egitto e Onu stanno cercando di mediare per evitare un intervento di terra.

Colonne di fumo si alzano nel cielo di Gaza durante il bombardamento israeliano

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