Un paese diviso dalle campane: a Lesa e nella frazione di Solcio i rintocchi iniziano alle 7,30, a Villa Lesa alle 7, come avviene da sempre. Ma nei giorni festivi le campane iniziano a suonare solo alle 8,30.

Il posticipo è dovuto alle proteste di alcuni operatori turistici che hanno lamentato che i rintocchi disturbano gli ospiti, soprattutto stranieri, ma una parte dei residenti pretende che si rispetti la tradizione: le campane devono tornare a suonare alle sette, come da tradizione, i turisti se ne facciano una ragione. Don Massimo Galbiati, il parroco, ha affisso davanti alla chiesa una lettera del vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, che già nel 2016 ha affrontato il problema degli orari delle campane cercando di conciliare tutte le esigenze.

«Il problema - dice don Massimo - è che lo stesso paese di Solcio è diviso tra chi vuole far suonare le campane alle 7, chi invece preferisce più tardi. Qualunque provvedimento si prenda c’è sempre qualcuno scontento. Certo non posso continuamente riprogrammare l’orario: ogni volta che si cambia la programmazione c’è da spendere 300-400 euro». Il parroco aggiunge che davanti alle proteste ha dovuto però adottare il posticipo: «In alcuni casi i parroci hanno ricevuto delle denunce per disturbo alla quiete pubblica, io mi attengo alle direttive del nostro vescovo, che sono ispirate alla saggezza». Infine don Massimo ricorda che una volta «le campane suonavano l’Ave Maria alle 6, per i contadini, ma erano altri tempi». Davanti alla chiesa anche i fedeli sono divisi: c’è chi ricorda che «i rintocchi non hanno mai dato fastidio a nessuno e sono una parte della nostra tradizione», e chi invece ribatte che «visto che l’economia del paese si fonda anche sul turismo meglio tenere conto delle esigenze di tutti».

Angelo Borroni, consigliere comunale, abita a Solcio, ed è preso fra tre fuochi: «Casa mia è a 150 metri dal campanile, quindi i concerti ce li sentiamo tutti, ma dietro ho la ferrovia col passaggio di decine di treni che fanno un rumore infernale, e davanti ho la statale dove sfrecciano a tutta velocità. Che fare? Non posso traslocare. Penso che il problema si manifesti soprattutto in estate, quando si tengono le finestre aperte e i suoni si avvertono molto più forti. Poi termina la stagione calda, i turisti se ne vanno e tutto torna come prima». Anche un altro consigliere, Riccardo Meloni è di Solcio: «Quella delle campane è una tradizione antica e gli abitanti della frazione sono molto legati a quella che è per noi un’abitudine. Capisco però che ci sia chi arriva da fuori, soprattutto dalla città, e non sia abituato: bisogna cercare di trovare una mediazione, ma non è facile mettere d’accordo tutti». «Per fortuna quello delle campane non è un problema dell’amministrazione comunale - commenta il sindaco Roberto Grignoli - ho ricevuto dal parroco il decreto del vescovo e mi auguro che questa soluzione possa accontentare tutti».

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