È stata una strage di bambini il raid su una scuolabus a Saada, in Yemen della coalizione a guida saudita, una delle pagine più buie di una guerra dimenticata, ma che ha fatto già 10.000 morti.

Almeno 29 cadaveri di bambini sotto i 15 anni sono arrivati all’ospedale di Saada, ha fatto sapere la Croce rossa internazionale secondo cui i missili hanno centrato un minibus pieno «di bambini nel mercato di Dahyan, nel Nord di Saada»: sono morte 50 persone, ma la maggior parte erano piccoli con meno di 10 anni. L’emittente Al-Masirah, vicina ai ribelli sciiti filo-iraniani Houthi, ha riportato un bilancio diverso, con 39 scolari morti e il ferimento di altri 51, di cui 40 in modo grave.

La strage dei bambini ha innescato una forte indignazione tra le organizzazioni per i diritti umani. L’Agenzia dell’Onu per l’infanzia, Unicef, si è detta molto preoccupata: «Sto guardando con orrore le immagini e i video provenienti da Saada in Yemen e non ho parole. Era un obiettivo militare? Perché i bambini vengono uccisi?», ha twittato la rappresentante dell’Unicef nello Yemen, Meritxell Relano. La Croce rossa ha affermato invece che «secondo il diritto internazionale umanitario, i civili devono essere protetti durante il conflitto».

«Questa è un’altra palese evidenza delle violazioni della legge internazionale sui diritti umani a cui assistiamo in Yemen ormai da tre anni - tuona Save the Children - dagli attacchi sproporzionati e indiscriminati sui civili al rifiuto dell’accesso per gli aiuti umanitari e all’utilizzo della fame come arma di ricatto, e sono le persone, non i combattenti, a pagare il prezzo più alto».

Il portavoce della coalizione militare araba che combatte in Yemen, il colonnello Turki Al-Maliki, ha invece definito «legittimo» il raid compiuto: il militare saudita ha spiegato che gli attacchi sono una risposta alle milizie ribelli Houthi «responsabili del lancio di un missile balistico contro il Sud del regno arabo, che mercoledì ha ucciso una persona e ne ha ferite altre 11».

Di sicuro è una delle stragi peggiori registrate finora in Yemen. Dal 2015, l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e i loro alleati hanno lanciato l’operazione «Decisive Storm» per permettere al governo internazionalmente riconosciuto del presidente Abd Rabbuh Mansour Hadi di riconquistare le aree dello Yemen occupate dai ribelli Houthi. In tre anni di guerra, oltre 10 mila persone sono state uccise, i feriti ammontano a decine di migliaia, mentre fame, colera e la difterite minacciano la popolazione civile.

Riad è accusata di compiere raid aerei indiscriminati che non tengono conto delle vittime civili collaterali. Ma negli ultimi mesi, i ribelli Houthi hanno aumentato il numero di attacchi missilistici contro l’Arabia Saudita. L’attacco delle ultime ore porta a 165 il numero di missili lanciati dai ribelli dal 2015, con almeno due civili uccisi. Giovedì scorso, almeno 55 civili erano stati uccisi e 170 erano rimasti feriti in un raid aereo compiuto dalla coalizione sulla città di Hodeidah.

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