In un’ipotetica scala Beaufort della politica, il vento che agita Forza Italia, l’altra gamba del fronte di centrodestra, non si allontana mai da forza 7 (vento forte) e raggiunge forza 8 (burrasca). Quest’ultima casella è occupata dall’eurodeputato Alberto Cirio il quale, pur avendo sempre riconosciuto al governatore Pd Sergio Chiamparino la massima stima («Vorrei essere un Chiamparino giovane» era arrivato ad affermare), oggi scandisce: «Se mai si arrivasse a una collaborazione con il Partito democratico io non sarei disponibile a candidarmi alla presidenza della Regione».

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Affermazione forte e non da volpe di fronte all’irraggiungibile uva, perché rispolvera l’indicazione sul suo nome, quale candidato di un centrodestra ancora a trazione azzurra, arrivata direttamente dal Cavaliere. Ma non è che tra gli altri colonnelli degli azzurri piemontesi il clima sia molto diverso. E siamo al vento forza 7 di una volpe, questa volta vera, della politica come Osvaldo Napoli, che tante ne ha viste e tante intende ancora vederne, che arriva a non scartare nulla «perché - dice pragmatico - se mai dovesse saltare la storica alleanza con la Lega, cosa che non credo, qualcosa dovremo pur fare e la cosa più intelligente è rivolgerci alla società civile e, va da sè, portare avanti un nostro candidato presidente, Cirio, Porchietto, Ruffino, ma assolutamente non Chiamparino». Il quale però, in virtù delle sue ultime esternazioni, cioè «andare oltre i partiti», «sparigliare lo schieramento tripolare attuale», dove pensate che voglia andare a pescare consensi se non nello stesso stagno indicato da Napoli?

Respinta al mittente
Ma persino un padre nobile di Forza Italia come l’ex-governatore Enzo Ghigo, che alle ultime amministrative con Michele Vietti fece un clamoroso endorsement per Piero Fassino, oggi respinge al mittente qualsiasi ipotesi di dialogo con la sinistra: «È contro-natura» scandisce mostrando una pizzetto che mai, un tempo, sarebbe potuta comparire su un berlusconiano doc come lui: tranquilli, più che un segno dei tempi è un fatto squisitamente estetico. Ma allora con Fassino? «Non vorrei che si offendesse, ma lui per noi rappresentava il male minore rispetto ai Cinque Stelle. S’è visto com’è andata: la società civile, il mondo dell’impresa ai quali si rivolge oggi Chiamparino, votarono l’Appendino». Insomma, avvicinare Forza Italia e Pd «sarebbe come metter insieme due debolezze» fa eco a Ghigo, Andrea Tronzano fresco di nomina a consigliere regionale. Come Andrea Fluttero, ex-sindaco di Chivasso ed ex-senatore, oggi nuovo capogruppo azzurro a Palazzo Lascaris, che di fronte alle mosse chiampariniane parla di «segnale di debolezza: se hai fatto bene il tuo mestiere perchè vuoi abbracciare il tuo avversario?».

Il coordinatore
E dunque, che fare? Al leniniano quesito, gli esponenti di Forza Italia rispondono tutti allo stesso modo. Gilberto Pichetto, coordinatore degli azzurri piemontesi, per tutti: «Si va al voto con la nostra proposta: saremo ben in grado, già sapendo che il centrodestra è forza maggioritaria, di dialogare con le forze moderate, aprire a liste civiche, o no?». Nessuno - a parole - vuole credere all’alleato leghista che se ne va per la sua strada, anche se Claudia Porchietto, l’altro possibile candidato di Fi, è arrivata a dirsi «incazzata« della liaison Lega-M5S. «Non sta a noi scegliere per la Lega - dice il diplomatico Pichetto -. Quando noi stavamo con Letta, la Lega era all’opposizione. Quindi ciò che accade oggi con il governo giallo-verde non è una stranezza. Ma in Piemonte, e Berlusconi che rappresento può sempre smentirmi se crede, siamo fermamente intenzionati a ricostituire l’alleanza con la Lega. Non vedo tutti sti mal di pancia, piuttosto li vedo nel Pd che è un partito solo, in forte difficoltà, in disgrazia. Chiamparino con le sue avance sembra il pugile suonato che cerca di stare in piedi aggrappandosi all’avversario»

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