È stato una festa dell’Aid al-Adha di sangue a Kabul. I gruppi islamisti hanno lanciato un attacco al cuore della capitale, nella zona diplomatica dove ci sono ambasciate e i ministeri. Un commando si è impadronito di un complesso di edifici in centro, nella zona di Reka Khana, e li hanno utilizzati come piattaforme per lanciare missili verso il palazzo presidenziale. I jihadisti hanno anche occupato la moschea Eidgah. Almeno nove ordigni sono caduti vicino alle sedi diplomatiche e al palazzo presidenziale, dove il presidente Ashraf Ghani stava tendendo un discorso in occasione della massima festività musulmana.

No dei jihadisti alla tregua

Le forze di sicurezza hanno circondato la zona occupata dagli islamisti. Non è ancora chiaro se sono Taleban o di un altro gruppo estremista. A Kabul agisce anche l’Isis, ma di solito con attentati suicidi, e la Rete Haqqani. Due giorni fa Ghani ha lanciato una proposta di tregua di tre mesi, che deve cominciare oggi in occasione dell’Aid al-Adha. Il loro leader, Sheikh Haibatullah Akhunzada, ha respinto l’offerta. «Accettare il cessate il fuoco favorisce soltanto i governativi e prolunga la permanenza delle truppe straniere nel Paese», ha spiegato un suo consigliere.

Attacco anche a Kunduz

I Taleban hanno lanciato un nuovo attacco anche a Kunduz, dove tre pullman di civili che tornavano a casa per festeggiare l’Aid sono stati bloccati lungo la strada. Circa duecento persone, oltre 170 civili e una ventina di poliziotti e soldati, sono stati rapiti. Le forze di sicurezza sono impegnate in un’operazione con centinaia di uomini per individuarli e liberarli. Altri ostaggi sono stati catturati la scorsa settimana nella battaglia di Ghazni, quando la città è stata occupata per diversi giorni dagli islamisti, alla fine respinti con l’uso massiccio degli elicotteri d’assalto Apache da parte delle truppe americane.

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