«Siamo stati e continuiamo ad essere profondamente colpiti da questo fenomeno che ha avuto un’incidenza devastante anche sulla testimonianza della Chiesa», il «primo nostro dovere, il primo nostro impegno è quello di essere vicino alle vittime». Il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, ormai alla vigilia del viaggio di Papa Francesco in Irlanda per l'incontro mondiale delle famiglie in corso a Dublino, intervistato da Alessandro Gisotti per Vatican News parla della visita di Francesco ma anche dello scandalo degli abusi. Un tema destinato a gravare sul viaggio.

 

«Io credo che la visita del Papa in Irlanda in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie - ha detto il cardinale - sarà un’occasione da parte del Papa per riaffermare il ricco insegnamento della Chiesa sul tema della famiglia, nel senso di sottolineare il ruolo essenziale, il posto essenziale che la famiglia occupa nella Chiesa e nella società, e di appoggiare la missione della famiglia come una realtà di amore, di fedeltà, di appoggiarla nella sua missione di trasmettere e di educare alla vita. Immagino che la stessa presenza del Santo Padre sarà motivo di incoraggiamento proprio per aiutare le famiglie in questa loro missione e soprattutto nel loro impegno di testimoniare la presenza dell’amore di Dio e la capacità anche della famiglia di generare quella felicità che oggi il mondo cerca con tutte le sue forze».

 

Rispondendo a una domanda sul ruolo della famiglia, Parolin lo ha definito «molto importante». «Oggi viviamo in un’epoca in cui si soffre molto la solitudine, l’isolamento; una solitudine e un isolamento gli uni dagli altri che alla fine diventa anche un isolamento nei confronti di Dio. E allora, il Papa insiste molto anche su questa funzione della famiglia, che è quella di risvegliare a livello individuale, a livello di comunità, questo senso di appartenenza, questo senso di comunione, questo senso di rispetto. Io credo che la famiglia oggi abbia questo ruolo da svolgere all’interno della nostra società».

 

A proposito delle migrazioni, delle crisi familiari e dell’accoglienza delle persone omosessuali, il Segretario di Stato ha detto: «La Chiesa, evidentemente, ha una sua proposta da fare, una proposta che si basa sul Vangelo; però, io credo che sia molto importante, al di là delle parole, soprattutto l’atteggiamento della Chiesa per testimoniare, sostanzialmente con l’esempio e con le opere, la bellezza e la verità del Vangelo nel mondo d’oggi. Anche qui ci sono tante ferite da guarire, ci sono tante solitudini e tante rotture da ricomporre. Possiamo qui rifarci a quell’immagine che il Papa ha usato fin dall’inizio del suo Pontificato, della Chiesa come un “ospedale da campo” che può davvero essere vicina alle persone e accompagnarle in un cammino di crescita e, per quanto riguarda le ferite, anche di guarigione. Io direi che questo è l’atteggiamento, di accompagnamento che è capacità di ascolto, che è capacità di dialogo, che è capacità di crescere insieme».

 

Parolin ha quindi risposto a una domanda sul sostegno della politica alla famiglia. «Da parte della comunità cristiana c’è l’impegno a stimolare la comunità politica perché sia attenta alla realtà familiare, sia attenta ai suoi bisogni e alle sue necessità e venga incontro con provvedimenti legislativi adeguati».

 

Infine, il tema degli abusi sui minori. «Credo che siamo stati e continuiamo ad essere profondamente colpiti - ha detto il cardinale - da questo fenomeno che ha avuto un’incidenza devastante anche sulla testimonianza della Chiesa. Il Papa ha sempre insistito e continua a insistere sul fatto che il primo nostro dovere, il primo nostro impegno è quello di essere vicino alle vittime, di aiutarle in maniera tale che possano “ricostruire” la loro vita. Credo che la Chiesa in Irlanda abbia riconosciuto le sue mancanze, i suoi errori, i suoi peccati, e nello stesso tempo anche si sia dotata di una serie di misure che possano prevenire il ripetersi di queste atrocità, di questi orrori. Comunque, credo che il viaggio del Papa in Irlanda avvenga soprattutto sotto il segno della speranza, questa capacità di speranza, e soprattutto di affidamento, proprio quello che chiamavo il potere liberante, trasformante, salvante dell’amore di Dio che si sperimenta nelle famiglie. Quindi è anche un messaggio di apertura verso il futuro che questa fede, che è sempre stata una caratteristica dell’Irlanda e della popolazione d’Irlanda, saprà rinascere nei cuori e portare frutti di pace e di felicità».

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