La trattativa fra i vescovi italiani e il governo Conte per accogliere i migranti della nave Diciotti è durata alcuni giorni. E il primo passo, la prima «disponibilità», è stata della Conferenza episcopale italiana (Cei). Lo spiega don Ivan Maffeis, direttore dell’ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, in pratica il portavoce della Cei. La Chiesa italiana, a partire dai prelati fino alle parrocchie e alle associazioni cattoliche come la Caritas, si farà carico di un centinaio di immigrati che da giorni sono a bordo dell’imbarcazione ferma nel porto di Catania. Maffeis spiega che è «una soluzione concordata con il ministero dell’Interno per sbloccare una situazione dolorosa e insostenibile». Mentre il cardinale presidente Gualtiero Bassetti è in Irlanda al seguito di papa Francesco, il suo responsabile della comunicazione sottolinea che si è arrivati ad annunciare questa iniziativa dando così «priorità alle condizioni di salute dei profughi».

Il dialogo con l’esecutivo è iniziato «alcuni giorni fa, quando si è capito che lo stallo non aveva apparenti vie d’uscita immediate. E a rimetterci erano le vite umane sulla Diciotti». Tenendo conto che «l’attesa del governo era quella di avere una risposta dai Paesi europei», la Chiesa italiana ha deciso di non fornire «solo un comunicato di solidarietà e sostegno, ma di offrire un’accoglienza concreta». La situazione sulla nave Diciotti «non era più sostenibile», per questo «abbiamo deciso di aprire le porte, nel rispetto dei principi espressi più volte dal Papa, costruire ponti e non muri».

Si intensifica così la discussione - il «lavoro di relazioni», lo definisce Maffeis - arrivando a una decisione definitiva ieri sera. Anche se «i dettagli concreti sono ancora da stabilire: verranno affrontati nelle prossime ore».

Dunque, oltre alla ventina che andranno in Albania, e a un’altra ventina che andrà a finire in Irlanda, «l’altro centinaio di migranti sarà ospitato in strutture della Chiesa italiana». In parrocchie o locali diocesani.

A proposito della gestione di queste persone, il portavoce dei vescovi svela anche che «noi abbiamo avanzato alcune ipotesi, tra cui quella di una prima accoglienza in qualche luogo adeguato e poi di una ridistribuzione». Due passaggi da affrontare con i dovuti tempi «perché occorre vedere in che stato di salute sono le persone a bordo della nave e le loro varie esigenze». È probabile quindi che esponenti della Cei andranno a incontrare i migranti della Diciotti per avviare la distribuzione. Per Maffeis, l’importante ora è «avere messo un punto a questa drammatica vicenda». Poi saranno accolti tutti quelli non ancora sbarcati e sistemati nei giorni scorsi, e successivamente si provvederà alla distribuzione.

Il portavoce ripercorre le ultime frenetiche ore di ieri: «Abbiamo ribadito la disponibilità ad accogliere i migranti, e il ministro l’ha accolta, dopo che solo Irlanda e Albania si sono dette disponibili». Ora bisogna «verificare le condizioni di salute di queste persone, procedere con l’identificazione, tutti i passaggi che prevede la legge». E da oggi «sapremo più concretamente i passi da seguire per ospitarli, adesso è una cosa ancora nell’immediatezza di questi minuti, sugli aspetti pratici sarà tutto stabilito nelle prossime ore».

Questo articolo è stato pubblicato nell’edizione odierna del quotidiano La Stampa

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