La deriva dei social è inarrestabile: «Dà la parola a legioni di imbecilli» sentenziò già Umberto Eco. Ma dà anche la misura del conflitto, dell’intolleranza, financo l’odio di qualcuno più invasato o ignorante di altri, su un tema di pancia come i migranti e l’atteggiamento del ministro dell’Interno, Salvini, sul caso della nave «Diciotti». È bastato che la consigliera Pd, Nadia Conticelli, postasse dal Sud Africa dov’era in vacanza, una affermazione certamente forte («Spero che Salvini finisca in galera e ci resti per un po’») per scatenare violenze verbali che ora Conticelli intende perseguire legalmente, in particolare nei confronti del consigliere della Circoscrizione 6 della Lega, Davide Catizone, non tanto per quello che ha scritto lui, ma alcune delle persone che ha incitato a intervenire sulla sua pagina Facebook: «Guardate cosa scrive... cosa le rispondiamo?».

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Tra i quali si è distinto tal Andrea Tassone: «Mi auguro che qualche bestia dei tuoi amici clandestini violenti prima le tue figlie e poi te, brutta deficiente e demente che non sei altro, e quando parli di Salvini sciacquati la bocca con l’acido muriatico». Parole dalle quali ha cercato di prendere le distanze Catizone ma senza rinunciare a voler avere l’ultima parola: «La prima a diffondere la politica dell’odio è stata lei augurando l’arresto di un ministro della Repubblica e chiamandolo sedicente». Al di là dei numerosi attestati di solidarietà arrivati dalla sua parte politica, a cominciare dalla segreteria Pd (quanto accaduto «dimostra che l’odio che viene coltivato da questo governo sfocia nel peggiore atteggiamento vile nei confronti delle persone più esposte»), anche un esponente grillino come Antonio Iaria ha preso le distanze dagli insulti: «Avere idee politiche diverse, molto diverse, è sacrosanto. Insultare e minacciare la famiglia è squallido. Solidarietà a Nadia Conticelli» scrive, mentre il segretario della Lega, Fabrizio Ricca, lancia l’hastag #nessunotocchisalvini. Conticelli, che in quanto a grinta non deve prendere lezioni da nessuno, ha chiosato: «Violenza contro le mie figlie, morte per me, insulti razzisti e misogini a sfondo sessuale. Questo il confronto politico di era leghista sul profilo Fb del consigliere circoscrizionale Giuseppe Catizone, approdato da Forza Italia alla Lega Nord passando per gruppo misto e qualche altra sigla. A corto di argomenti politici mette in campo contro le donne odio e sessismo. Ma questo, per fortuna, in Italia è, ad oggi, ancora un reato».

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